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Mostre: Firenze, le rarità del collezionista Stibbert

04 maggio 2016 | 17.31
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Mostre: Firenze, le rarità del collezionista Stibbert

Gli oggetti più rari e inconsueti raccolti dall'inglese Frederick Stibbert (1838-1906) durante la seconda metà dell'Ottocento sono al centro della mostra "Una Wunderkammer ottocentesca. Itinerario tra le rarità collezionistiche di Frederick Stibbert", che sarà ospitata dal 6 maggio al 16 ottobre al Museo Stibbert di Firenze per documentare sia l'evoluzione del gusto europeo che la storia delle civiltà orientali e mediorientali.

L'esposizione, realizzata con il contributo dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, indagherà tutta una tipologia di inedite opere d'arte e d’artigianato collezionate da Stibbert ricalcando la moda per le raccolte enciclopediche seicentesche allestite soprattutto in Germania, paese da lui frequentato assiduamente per studiare le armi e le armature antiche allora conservate nelle collezioni dinastiche tedesche.

L'apertura della mostra coinciderà con la presentazione al pubblico, dopo un attento restauro, realizzato anch'esso con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, della Sala Moresca e della Sala del Condottiero, due degli ambienti più significativi allestiti da Stibbert con parte delle opere acquistate durante i suoi viaggi.

Dopo il restauro, sono ritornate al posto pensato dal collezionista anche due grandi vetrine in stile neo-gotico che espongono la raccolta di oreficerie sacre. I due mobili, importanti esempi dell'ebanisteria di fine Ottocento, furono realizzati da due dei più importanti ebanisti fiorentini dell'Ottocento: uno da Raffaello Cavalensi nel 1868 e l'altro da Pasquale Leoncini nel 1886. Oltre alla piccola, ma preziosissima raccolta di oggetti egiziani, la Sala del Condottiero espone il nucleo più antico dell'armeria Stibbert, con pezzi databili dall'epoca etrusca sino al XV secolo.

La mostra si configurerà così come un curioso viaggio nella storia di mondi lontani rivissuto attraverso gli occhi di un intelligente collezionista che seppe dare forma alle appassionate descrizioni di ambienti e oggetti presenti nei romanzi di Jules Verne, senza peraltro, al pari dello scrittore, aver mai visitato quei luoghi se non attraverso le pubblicazioni del tempo.

Vissuto in un'epoca durante la quale le nuove scoperte scientifiche avevano favorito i viaggi verso continenti fino ad allora poco conosciuti, Stibbert volle documentare nel suo museo gli usi e costumi delle popolazioni non solo europee e mediorientali, ma anche dell'Africa e dell'India spingendosi verso le regioni più remote al confine con la Russia e della Cina, per giungere, infine, a radunare nella sua villa di Montughi la più grande collezione di armature giapponesi finora esistente al di fuori del Giappone.    

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