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Gaffe

"Forza Simo", Pillon si incoraggia da solo

12 aprile 2019 | 09.25
LETTURA: 2 minuti

Nei commenti al post scritto dopo la sentenza che lo condanna per diffamazione, il senatore leghista dimentica di cambiare account e scivola nella gaffe. Poi la risposta - piccata - ai detrattori

(Simone Pillon /Facebook)
(Simone Pillon /Facebook)

"Sono stato condannato in primo grado per aver osato difendere la libertà educativa delle famiglie, che a quanto pare non possono più rifiutare l'indottrinamento gender propinato ai loro figli". Simone Pillon, condannato per diffamazione nei confronti di un'associazione Lgbti, si difende a spada tratta su Facebook. Anche troppo, verrebbe da dire, perché il senatore leghista non solo annuncia ricorso, cita Orwell e si dice convinto che "certe condanne sono medaglie di guerra", ma è talmente deciso a "non mollare" da incoraggiarsi anche da solo nei commenti al post. Nella fretta di sfogarsi, il parlamentare - o chi gestisce i social per lui - dimentica infatti di cambiare account, piazzando così un sentito "Forza Simo" firmato Pillon fra i messaggi.

Una piccola gaffe che tuttavia non sfugge all'occhio dei commentatori, impegnati per tutto il pomeriggio a sfottere il senatore. Che non la prende affatto bene. Evidentemente colpito da tanta ilarità, Pillon modifica il messaggio, sfotte a sua volta i detrattori e con tono ironico ma piccato replica con tanto di emoji con l'occhiolino: "FORZA SIMO! E questa volta, car* amic*, non l'hanno scritto i ragazzi dello staff dimenticando di cambiare account, e nemmeno una delle mie 76 diverse identità di genere, me lo sono proprio scritto da solo: volevate l'autodeterminazione no!? Ora - ribatte - torno a difendere la libertà educativa di mamma e papà. Sciocchezze come genitore 1 e 2, bestialità disumane come l'utero in affitto, le lascio volentieri a voi, amici del progresso. Un saluto - chiude - dal vostro Senatore medievale preferito". L'effetto sui commentatori? Triplicato, con la pezza che per alcuni sembra peggio del buco. E fra ironia - "Incitarsi da solo è solo l'inizio. Cominci a preoccuparsi ai primi battibecchi tra Pillon 1 e Pillon 2" - e qualche insulto - "Ridicolo", "pensare che lei è stato scelto per riformare il diritto di famiglia, da brividi" - ecco arrivare chi taglia corto: "Simò - scrivono -, hai fatto 'na caxxata. Stacce".

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