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Genetica: l'esperto, 5-10% bambini non è figlio del padre presunto

26 giugno 2014 | 18.07
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Genetica: l'esperto, 5-10% bambini non è figlio del padre presunto

(Adnkronos Salute) - "Ormai il dato è consolidato: il 5-10% dei bambini nei Paesi occidentali non è figlio del presunto padre. Si tratta di verità che a volte non si scoprono mai, o possono venir fuori per caso, a distanza di anni, magari nel corso di un esame medico". A parlarne con l'Adnkronos Salute è il direttore scientifico dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma, Bruno Dallapiccola, che dopo la vicenda di Yara e le indagini genetiche è convinto che "aumenterà la fiducia degli italiani in questa scienza. E forse anche il ricorso a questo tipo di test".

Sono oltre 580.000 i test genetici eseguiti ogni anno in Italia, 100.000 le consulenze. Ed è boom di analisi sui tumori, per tracciarne l'identikit in funzione diagnostica, prognostica e terapeutica: dal 2007 al 2011 sono più che raddoppiate, passando da 34.000 a 71.000 (+105%), secondo i dati dell'ultimo Censimento nazionale sulle strutture e le attività di genetica medica in Italia. I dati - raccolti nel corso del 2012 dai ricercatori del Bambino Gesù (Orphanet) su mandato della Sigu (Società italiana di genetica umana) - mostrano più di 500 tra laboratori e servizi di genetica operanti in 268 macrostrutture, diffusi soprattutto nel Nord Italia (53%).

"La possibilità di ricorrere ai test di paternità e non venduti via web, oggi a prezzi decisamente contenuti, favorisce il ricorso a questi esami ma espone a problemi etici - sottolinea Dallapiccola - E' il caso dei test di paternità online, che costano meno di 200 euro, e che però possono essere fatti senza rispettare le regole di buona pratica e senza il consenso del partner, oltretutto con prelievi su minori. A parte il discorso dell'accuratezza, c'è il problema dell'impatto etico di un risultato chiesto e ottenuto senza filtri, controllo medico, consulenza psicologica. E dunque con molti rischi. C'è la sensazione che il business di questo tipo sia in crescita", dice Dallapiccola. Infine c'è il rapporto con la scoperta casuale di una paternità diversa da quella presunta. "Se accadesse da me, magari nel corso di un esame di screening, coinvolgerei il Comitato etico. Ritengo sia molto pericoloso per il genetista dare ai genitori un'informazione del genere senza prima aver coinvolto il Comitato".

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