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Intercettazione Fassino-Consorte, prescrizione per Silvio e Paolo Berlusconi

31 marzo 2014 | 19.50
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Intercettazione Fassino-Consorte, prescrizione per Silvio e Paolo Berlusconi

Milano, 31 mar. - (Adnkronos/Ign) - I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Milano, "in parziale riforma della sentenza" di primo grado hanno dichiarato "non doversi procedere per intervenuta prescrizione" nei confronti di Silvio e Paolo Berlusconi imputati nel processo Bnl Unipol. Più precisamente sull'intercettazione della telefonata tra Piero Fassino e Giovanni Consorte, con la famosa frase 'abbiamo una banca' pronunciata dall'allora segretario Ds, 'regalata' a Berlusconi e poi pubblicata dal 'Giornale' il 31 dicembre 2005. I giudici hanno confermato il risarcimento per la parte civile e stabilito in 30 giorni la diffusione delle motivazioni.

La sentenza dei giudici accoglie dunque la richiesta del pg Daniela Meliota che aveva chiesto la prescrizione per i due imputati.

Silvio Berlusconi in primo grado era stato condannato a un anno di carcere con l'accusa di concorso in rivelazione del segreto d'ufficio per il passaggio di mano dell'intercettazione tra Piero Fassino e Giovanni Consorte nella tentata scalata di Unipol a Bnl. I giudici avevano invece condannato Paolo Berlusconi a due anni e tre mesi per concorso in rivelazione di segreto d'ufficio.

Al centro dell'inchiesta c'è il nastro che l'ex premier avrebbe ascoltato, alla vigilia di Natale, nella sua villa di Arcore. Un nastro portato da due imprenditori, Roberto Raffaelli e Fabrizio Favata, i quali l'avrebbero estratto dai pc della Procura di Milano quando non era ancora depositato agli atti. Un'intercettazione che Silvio Berlusconi ha sempre sostenuto di non aver sentito, ma la cui pubblicazione danneggia Piero Fassino allora segretario Ds. Per l'esponente politico i giudici di primo grado hanno stabilito un risarcimento di 80mila euro, piu' 10mila euro di spese legali. Risarcimento oggi confermato. La difesa di Silvio Berlusconi che oggi aveva chiesto insieme ai legali di Paolo Berlusconi l'assoluzione dei due imputati preferisce non commentare. "Non commento, preferisco attendere di leggere le motivazioni" dice Piero Longo lasciando l'aula del Tribunale di Milano.

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