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Lavoro: Meritocrazia Italia, 'si esca dall'ambiguità'

28 ottobre 2021 | 17.46
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"L’emergenza pandemica ha tolto il velo dai limiti delle politiche del lavoro attuate negli ultimi anni e dall’inefficacia delle tecniche in essere per la riallocazione dei disoccupati. Le risorse del Pnrr costituiranno un’opportunità importante di investimento sia per l’acquisizione di nuove competenze, grazie a un maggiore impegno nella formazione e nella distribuzione di abilità adeguate a un mercato del lavoro in evoluzione, sia per la riqualificazione dei Centri per l’impiego, in profondo sottodimensionamento di organico, e di un maggiore coinvolgimento delle Agenzie per il Lavoro. Per altro verso, lo sforzo deve essere rivolto alla realizzazione di una politica del lavoro unica-universale, intesa a realizzare una eguaglianza effettiva in punto di regole, finanziamenti e sostegni". Lo sostiene Meritocrazia Italia.

"Universalizzare il costo lavoro, renderlo uguale in tutte le aziende per ogni lavoratore assunto, senza distinzioni tra categorie o fasce, in uno a una razionalizzazione delle agevolazioni contributive, favorirebbe una programmazione più concreta e sicura, oltre a un maggior controllo di spesa e di recupero di risorse economiche per le aziende", le richieste del Movimento.

In questa direzione, Meritocrazia Italia reputa essenziale:

- introdurre agevolazioni contributive a favore dell’inclusione lavorativa di giovani under 30, donne e disoccupati, così da dimezzare il costo medio carico azienda (che oggi si aggira intorno al 30% di contributi INPS);

- introdurre incentivi per nuove assunzioni: sgravi contributivi del 100% per 3 anni per contratti a tempo indeterminato per tutte le categorie di lavoratori, con snellimento dei sistemi di erogazione dei fondi all’INPS, in qualità di soggetto attuatore;

- dare maggior peso alla retribuzione netta del dipendente grazie a una nuova riforma fiscale (secondo le linee tecniche già dettagliate da Meritocrazia nei precedenti comunicati);

- rivisitare e razionalizzare le forme di agevolazione già previste (troppe e in alcuni casi infruttuose);

- procedere a una decontribuzione unica nazionale indistinta per tutti i lavoratori e per tutte le imprese, azzerando gli incentivi e programmando una forte riduzione del costo del lavoro;

- in merito ai Fondi bilaterali in capo allo stesso INPS, semplificare la procedura di gestione, ora troppo farraginosa (per il Fondo Artigiani, centinaia di migliaia di lavoratori hanno dovuto attendere che venisse finanziato il Fondo per pagare le casse integrazioni);

- operare una razionalizzazione sui circa mille Contratti Nazionali, riducendoli a a 6/7 grandi macroaree, e puntando a una riforma e liberalizzazione dei contratti a tempo determinato.

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