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Lavrov: 'Pronti ad appoggiare esito del voto in Crimea'. Usa: 'Non lo riconosceremo'

14 marzo 2014 | 20.03
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Lavrov: 'Pronti ad appoggiare esito del voto in Crimea'. Usa: 'Non lo riconosceremo'

Londra, 14 mar. (Adnkronos/Ign) - Il referendum in Crimea è "contrario alla Costituzione ucraina, in violazione del diritto internazionale e, pertanto, illegittimo". Lo ha detto il segretario di Stato americano John Kerry, ribadendo la posizione degli Stati Uniti, dopo il nuovo incontro a Londra con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. "Né noi né la comunità internazionale riconosceremo i risultati", ha precisato Kerry sottolineando che se la Russia aumenterà la tensione o le minacce alla popolazione ucraina ci sarà una risposta più forte, ci saranno ''conseguenze dirette delle scelte che la Russia può ancora decidere di adottare o non adottare''.

Dall'incontro è emerso chiaramente, come ha più volte detto lo stesso Kerry, che il presidente russo Putin non prenderà alcuna decisione prima che si sia completato il voto in Crimea. ''Ci sono altre opzioni (all'annessione della Crimea e alle sanzioni contro la Russia, ndr) e fino a che Putin non prende una decisione tali opzioni rimarranno sul tavolo'', ha quindi affermato.

Tra Russia e Usa restano le distanze. A sottolinearlo è lo stesso Lavrov in conferenza stampa dopo il colloquio con Kerry definito "indubbiamente molto utile" pur ricordando che "per quanto riguarda le misure pratiche che potrebbero essere prese dai Paesi stranieri, dai partner esteri dell'Ucraina" i due Paesi non hanno "una visione comune, rimangono le divergenze". Lavrov in sostanza ha ribadito che sul referendum Mosca è pronta "ad appoggiare la decisione del popolo, anzi, dei popoli della Crimea".

La reazione della Russia ai risultati del referendum che si terrà domenica prossima, ha precisato Lavrov, "la esprimeremo quando saranno noti i risultati". Comunque, "riteniamo che il diritto all'autodeterminazione dei popoli non è mai stato cancellato, è uno degli obiettivi principali della Carta delle Nazioni Unite e non sono pochi i casi di autodeterminazione anche nella storia più recente".

Il presidente Barack Obama resta fiducioso che si possa raggiungere una soluzione attraverso la via diplomatica ribadendo allo stesso tempo che Stati Uniti e Europa sono uniti e "ci sarano conseguenze" se la sovranità ucraina sarà violata. Il Pentagono, intanto, sta valutando la richiesta di assistenza avanzata da Kiev.

OSSERVATORI DA 21 PAESI - In vista del referendum, ha annunciato il capo della commissione elettorale della Repubblica autonoma, Mikhail Malyshev, saranno circa 50 gli osservatori internazionali, provenienti da 21 Paesi, presenti in Crimea. Tra i Paesi di origine degli osservatori, Malyshev ha citato l'Italia, la Francia, la Germania, la Grecia, Israele e gli Stati Uniti. Gli elettori che saranno chiamati alle urne sono 1,52 milioni, mentre i risultati della consultazione saranno resi noti lunedì. Sulla scheda si potrà optare per due soluzioni: unirsi alla Russia; oppure rimanere all'interno dell'Ucraina, ma con maggiore autonomia.

SCONTRI A DONETSK - L'incontro Lavrov-Kerry avviene dopo una ripresa della violenza in Ucraina: almeno una persona è morta e 26 sono rimaste ferite in un violento scontro fra attivisti di opposte fazioni (filorussi da una parte e ucraini dall'altra) nella città orientale di Donetsk. La vittima è Dmytro Chernyavskiy, attivista del partito nazionalista ucraino di esterma destra Svoboda. Donetsk è la capitale della regione mineraria del Donbass, ex roccaforte del deposto presidente ucraino Viktor Yanukovych.

Il ministero degli Esteri russo ha accusato il governo di Kiev dei violenti scontri avvenuti a Donetsk. "La Russia è consapevole della sua responsabilità di proteggere le vite dei compatrioti e dei concittadini in Ucraina e si riserva il diritto di proteggere le persone", si legge in un comunicato del ministero.

Intanto, una squadra di osservatori dell'Onu è stata dispiegata in tutta l'Ucraina per verificare violazioni dei diritti umani. "Sono gravemente preoccupato per la situazione in Crimea, dove non sembra esserci ora uno stato di diritto e quindi vi è un deterioramento della protezione dei diritti umani", ha affermato l'assistente del segretario generale Onu per i diritti umani, Ivan Simonovic. Malgrado non sia potuto entrare in Crimea durante la sua missione, Simonovic ha detto di aver ricevuto credibili informazioni di arresti arbitrari, torture, vessazioni contro giornalisti e scomparsa di attivisti. Gli osservatori Onu sono impegnati anche a stabilire i fatti in merito a violazioni dei diritti umani nel resto dell'Ucraina, compresi omicidi e torture.

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