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Estate: Lega Pesca, porta segnali recupero per consumo pesce

01 agosto 2014 | 10.06
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A differenza di prodotti alimentari che continuano ad essere in sofferenza come latte, formaggi freschi o ortofrutta, nel primo semestre i consumi di pesci molluschi e crostacei hanno registrato una significativa inversione di segno (+1,4%).

Estate: Lega Pesca, porta segnali recupero per consumo pesce

Si apre con positivi segnali di recupero il consumo di prodotti ittici sulle tavole estive del 2014. A differenza di prodotti alimentari che continuano ad essere in sofferenza come latte, formaggi freschi o ortofrutta, nel primo semestre i consumi di pesci molluschi e crostacei hanno registrato una significativa inversione di segno (+1,4%). Una nota certamente positiva, segnala Lega Pesca, soprattutto rispetto a un 2013 particolarmente nefasto per il mercato.

Anche se a cavalcare la rimonta, sottolinea l'associazione, è soprattutto il trasformato (secco, affumicato, conserve e prodotti in scatola) e a crescere sono solo i volumi e non anche la spesa, che rimane sostanzialmente al palo, soprattutto per quanto riguarda il pesce fresco, pescato o di allevamento, che rappresenta il fiore all'occhiello delle produzioni ittiche nazionali.

La domanda interna di prodotti ittici nel 2012 ha accusato una flessione del 5% del consumo procapite, che è sceso per la prima volta sotto i 20 kg. In generale, la quantità di prodotti, la frequenza di consumo e la spesa dedicata si sono ridotte (dal 2000 gli acquisti segnano un -12%). A soffrire è particolarmente il fresco, anche se c'è una nicchia stabile di consumatori gourmand (16%) che si deliziano di prodotti ittici senza badare a spese, scegliendo come unico criterio quello del proprio gusto. Stiamo parlando comunque di un consumo totale che rasenta 1.200.000 tonnellate di prodotti l'anno, per un valore di 5,5 miliardi di euro.

E l’Italia perde lo storico 5° posto nella classifica mondiale dei principali Paesi importatori di prodotti ittici. E' retrocessa nell'ultimo biennio al 6° posto dopo Giappone, Usa, Cina, Spagna e Francia, con un dato sulla diminuzione delle importazioni che registra il -8% dal 2011. Unica nota positiva quella per il disavanzo della bilancia commerciale, perché il nostro Paese si dimostra meno dipendente dalle importazioni. La spesa dell'Italia nel mercato mondiale dei prodotti della pesca e dell'acquacoltura si è attestata comunque, nel 2012, sui 5.6 miliardi di dollari (elaborazione dati Faostat del Centro studi Lega Pesca), pari a una spesa di circa 11,5 milioni di euro al giorno.

Il consumo di pesce risente andamento fortemente stagionale. Se la maggioranza delle famiglie lo consuma abitualmente, una percentuale significativa del 22% concentra gli acquisti nei mesi estivi, quando il pesce diventa sinonimo di sole, mare, leggerezza e gusto, digeribilità. E' soprattutto al ristorante che pesci molluschi e crostacei spopolano, perchè in estate il 51% di chi non si priva del piacere di mangiare al ristorante lo fa per mangiare menù a base di pesce.

Se il consumo costante di prodotti ittici è in calo, aumenta però il consumo stagionale fuori casa. Rispetto al 2012, anzi, il consumo fuori casa aumenta dal 65% al 73%, secondo i risultati di una indagine Lega Pesca Swg. "Non c'è contraddizione - sottolinea Lega Pesca - in questo atteggiamento nel consumo: come rivela il Censis, se le esigenze di controllo del bilancio famigliare impongono una maggiore attenzione nel riempire il carrello della spesa, non riescono però allo stesso modo a intaccare il valore indiscutibile che gli italiani danno al cibo come momento di convivialità, piacere ed evasione, soprattutto in ferie e in vacanza".

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