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Lopalco: "Evitare il lockdown? Riducete i contatti"

26 ottobre 2020 | 10.04
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(Fotogramma)
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“Lo strumento principale che abbiamo per evitare il lockdown è uno ed è semplice: limitare i contatti sociali. La paura è l'ultima emozione che bisogna provare. Sono preoccupato. Molto preoccupato, questo sì. Sono come un agente di polizia nel corso di una rapina, sotto una tensione crescente che acuisce i sensi, carica di energie generando un intervento più efficace”. Lo dice in un’intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno l’assessore alle Politiche della Salute e al Welfare della Regione Puglia Pier Luigi Lopalco che, commentando la rivolta di Napoli: aggiunge: "I pugliesi hanno sempre dimostrato un atteggiamento gentile e solidale, attenzione alla prevenzione, la nostra arma. Escludo proteste di piazza. Senza dire che quella in Campania non mi è parsa una rivendicazione totalmente spontanea, un moto popolare e basta. Ho avuto l'impressione che altri abbiano tirato le fila di chi ha combinato quel macello per strada. Pure in totale lockdown tali posizioni oppositive non farebbero che acuire il danno e i disagi”.

“Le chiusure - prosegue Lopalco -, le limitazioni per i cittadini sono una tutela estrema, non una condanna. Altri strumenti, al momento, non ne abbiamo. Al lockdown non dobbiamo arrivare. L'attuale andamento pandemico permette ancora un intervento efficace sulle curve di contagio. E a prescindere dalle decisioni del governo, e nonostante l'ambivalenza di messaggi provenienti anche da medici illustri, la soluzione è in mano al cittadino. Noi monitoriamo i contagi, imponiamo regole, più o meno dure secondo necessità, ma questa seconda ondata può essere risolta soltanto da noi pugliesi, dagli italiani. E lo strumento principale che abbiamo è uno ed è semplice: limitare i contatti sociali. Ridurli al minimo, ottenendo così un vero effetto lockdown senza che il ‘chiudiamo tutto’ e il ‘tutti a casa’ siano stati decretati. Chi ieri incontrava dieci persone ora deve vederne tre. Così l'onda declina, rallenta il moltiplicarsi dei casi, portandoci in area salvezza fino a Natale".

Quanto alla situazione degli ospedali in Puglia, Lopalco afferma che “non ci sono carenze di terapia intensiva e se pure ci fossero le assicuro che un posto si recupera in poche ore. Ricostruire una sanità, per di più emergenziale, in qualche mese è impensabile. Piuttosto, la vera mancanza è quella degli operatori indispensabili. Anestesisti, rianimatori. Anestesisti soprattutto. Medici, infermieri, studiosi, tutti sono stremati. Da marzo hanno smesso di vivere. Io non ho fatto neanche un giorno di ferie. Di più: non ho riposato mai”.

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