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Lavoro: Luiss, cambiando sistema formativo giù disoccupazione giovani di 5 punti

05 agosto 2014 | 13.45
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Tre semplici mosse, spiega un Rapporto Luiss Fondirigenti, possono dare risultati molto concreti, come una riduzione di 4-5 punti percentuali del tasso di disoccupazione giovanile e un aumento del reddito pro capite tra 1.500 e i 2.500 euro. Serra (vicepresidente Luiss): costruire un profilo attraente per il mercato.

Lavoro: Luiss, cambiando sistema formativo giù disoccupazione giovani di 5 punti

Rinnovare il sistema formativo, sia della scuola superiore secondaria sia dell'università, avvicinandolo il più possibile al mondo del lavoro. Rafforzando l'autonomia degli istituti scolastici, favorendo la trasparenza dei risultati dell'apprendimento (quello che gli inglesi chiamano 'accountability'), e mettendo in competizione in vari istituti scolastici. Tre semplici mosse che possono dare risultati molto concreti, come una riduzione di 4-5 punti percentuali del tasso di disoccupazione giovanile e un aumento del reddito pro capite tra 1.500 e i 2.500 euro.

Ad avanzare le proposte sono Luiss e Fondirigenti che, nell'8° Rapporto 'Generare Classe dirigente - Ricostruire il ponte tra istruzione e lavoro', ascoltano i giovani, li interrogano sulle loro aspettative, e ascoltano anche i docenti, alla ricerca della strada migliore da intraprendere per la formazione della generazione della classe dirigente dei prossimi anni. Perchè scuola e lavoro italiani ancora lontani dal premiare il merito.

Secondo l'analisi del Rapporto, infatti, il 26,7% degli studenti intervistati sostiene che “gli studenti effettivamente bravi finiscono col dare fastidio agli altri e possono subire anche atti di discriminazione da parte dei compagni di classe”, mentre l’82,8% è poco o per niente d’accordo con l’affermazione “non importa come e dove sia stato conseguito il titolo di studio, poiché quello che conta è averlo, visto che il valore legale comunque oggi esiste ancora”. Non solo. Il 10,7% degli studenti sostiene di essere stato promosso senza che fosse preparato e ben l’82,4% sostiene che sia successo ad altri. Per il 54,6% degli studenti, “il merito non è granché apprezzato e si preferisce trovare il modo di superare le prove studiando il meno” e per il 75,7% si dà poca importanza alla motivazione degli studenti e troppa importanza alle interrogazioni, alle prove scritte, ai voti.

E ben il 60,3% degli studenti conta sull’aiuto della mia famiglia nel trovare una collocazione lavorativa.

Il ruolo dei docenti (accanto a quello della famiglia) rimane comunque fondamentale. Il 34,1% dei docenti è molto preoccupato per il futuro lavorativo degli studenti, mentre l’89,5% degli studenti sostiene che “avere buoni insegnanti significa impegnarsi di più e affrontare meglio anche le materie difficili”. Per il 69,9% degli studenti, i genitori rappresentano i soggetti con cui in primo luogo si parla e dai quali si cerca di avere informazioni circa il futuro lavoro.

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