E' in corso, da parte della Dia di Catania e Messina, l'esecuzione di una confisca definitiva dei beni nei confronti di Mario Giuseppe Scinardo, ritenuto uomo di fiducia del capo di Cosa Nostra mistrettese, Sebastiano Rampulla, morto nel 2010, fratello del più noto Pietro Rampulla, condannato per avere, quale artificiere, confezionato e fatto esplodere l'ordigno della strage di Capaci.
Il patrimonio confiscato, valutato nella misura di circa 200 milioni di euro, risulta costituito da numerose società e ditte individuali, da circa 230 beni immobili, tra cui vaste distese di terreno, appartamenti, ville e locali commerciali, aziende agrituristiche e vinicole, da impianti di calcestruzzo e da circa 90 mezzi, tra camion, escavatori, trattori, mezzi agricoli e auto di grossa cilindrata.
Il patrimonio confiscato, valutato in circa 200 milioni di euro, è costituito da 11 imprese, comprensive dei patrimoni aziendali, nel settore dell'edilizia, della produzione del calcestruzzo, dell'agriturismo e delle energie alternative; 229 immobili, dislocati nelle provincie di Catania, Siracusa ed Enna; 90 mezzi, tra camion, escavatori, trattori, mezzi agricoli e auto di grossa cilindrata; 11 capannoni agricoli; 61 silos; svariati capi di bestiame; 60 rapporti finanziari.
La definitiva acquisizione dell'intero patrimonio aziendale ed immobiliare da parte dello Stato scaturisce da un'indagine eseguita, nel 2008, dalla Direzione Investigativa Antimafia, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Catania.