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Sicurezza informatica

Cybersecurity: esperto, 'dispositivi personali in smart working più esposti a minacce'

20 settembre 2020 | 16.00
LETTURA: 2 minuti

"Perché difficile da gestire, controllare e verificare se rispettano compliance"

Candid Wüest, vicepresidente Cyber Protection Research di Acronis
Candid Wüest, vicepresidente Cyber Protection Research di Acronis

L'utilizzo dei dispositivi personali per lavorare da casa in smart working può rivelarsi un problema per le aziende. Come spiega all'Adnkronos Candid Wüest, vicepresidente Cyber Protection Research di Acronis, società specializzata in soluzioni per la sicurezza informatica e il backup dei dati, si tratta di dispositivi "molto più vulnerabili alle minacce informatiche perché sono difficili da gestire, tenere sotto controllo e sapere se siano sicuri e se rispettino le compliance aziendali. Oltretutto, sono spesso utilizzati anche da altre persone, per cui sono ancora più esposti ai rischi dovuti alla navigazione su siti web non pericolosi e alla violazione dei dati".

In questo periodo di lavoro da casa e di emergenza sanitaria, spiega ancora Wüest, è stato registrato "un leggero spostamento degli attacchi, con un aumento di quelli di tipo phishing e a nuovi servizi come quelli di desktop remoto. Gli aggressori utilizzano paure, come quella per il Covid, per diffondere gli attacchi che, però, complessivamente sono aumentati di poco".

'attacchi ora si concentrano verso servizi videoconferenza'

Secondo alcuni dati contenuti nell'Acronis Cyber Readiness Report, il 39% delle aziende ha subito attacchi a servizi di videoconferenza, in quanto i lavoratori si affidano ad app come Zoom, Cisco Webex e Microsoft Teams. "La rapida crescita degli utenti di videoconferenze - commenta Wüest - ha portato a far concentrare gli attacchi dei criminali informatici verso questi strumenti. Il tipo di minaccia varia dal crackare le password per le videochiamate, utilizzando inviti alle conferenze come esca di phishing, fino allo sfruttamento del software video per compromettere il client con software malevoli".

Per questo, afferma il manager, "va effettuato spesso il backup dei dati contenuti nei dispositivi personali, come gli smartphone. Si tratta di un passaggio molto importante, soprattutto se è possibile utilizzare servizi di cancellazione dei dati da remoto. Con il backup si possono recuperare facilmente i dati nell'eventualità che questi vengano persi o se il dispositivo è stato ad esempio colpito da ransomware, una minaccia che oggi è di moda tra i criminali informatici", conclude Wüest.

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