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Naufragio migranti, Piantedosi: "Imbarcazione non ha chiesto aiuto"

Il ministro dell'Interno: "In corso un'indagine giudiziaria che chiarirà tutti gli aspetti"

(Fotogramma)
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28 febbraio 2023 | 15.28
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''L'imbarcazione non ha chiesto aiuto da quelle che sono le prime ricostruzioni, adesso è in corso un'indagine giudiziaria che chiarirà tutti gli aspetti''. Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi a 'Cinque Minuti' parlando del naufragio di migranti a Cutro. Poi, sul fatto che le motovedette della Guardia di Finanza sarebbero rientrate per le condizioni del mare, il ministro ha risposto: ''Certo, il mare grosso è stato un elemento che ha caratterizzato questo evento, teniamo presente che anche la salvaguardia del personale che interviene è uno dei punti cardine delle regole che presidiano i soccorsi''.

Anche la Guardia Costiera riguardo alle notizie di stampa sul naufragio avvenuto al largo di Crotone ha precisato che "nessuna segnalazione telefonica è mai pervenuta ad alcuna articolazione della Guardia Costiera dai migranti, presenti a bordo della citata imbarcazione, o da altri soggetti come avviene in simili situazioni".

''Credo di dover essere giudicato per quello che farò e noi dobbiamo fare in modo che le terre siano sempre più sicure del mare'' ha detto Piantedosi, che oggi ha illustrato in Senato linee programmatiche del suo Dicastero, rispondendo al Senato sulla tragedia di Cutro. ''Io ho detto fermatevi, verremo noi a prendervi, questo è il senso dei corridoi umanitari'' ha aggiunto il ministro sulle cui parole dopo il naufragio ("la disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli") era scoppiata la polemica.

''C'è un'indagine in corso alla quale nessuno si sottrarrà'' ma ''ho una grande considerazione del lavoro che fanno i nostri soccorritori e non ho motivo per ritenere che ci possano essere stati degli errori o delle omissioni'' ha affermato il titolare del Viminale in Senato, sottolineando che ''mai nessuna ong ha pattugliato quella rotta. In nessuna parte del decreto legge ong è fatto divieto di fare soccorso in mare e in nessun punto viene imposto di non presidiare quella parte di mare''.

Illustrando le linee programmatiche, Piantedosi ha spiegato che ''in relazione alla complessiva gestione del fenomeno migratorio è mia intenzione definire interventi di natura normativa che affrontino in una visione di insieme le questioni di maggiori criticità come i rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l'ingresso regolare negli Stati''.

''Per occuparci concretamente di quella disperazione così da evitare naufragi come quello di Cutro il governo sin dal suo insediamento ha intensificato i corridoi migratori legali verso l'Italia con numeri, 617 persone, che mai si erano registrati in un così breve lasso di tempo'' ha evidenziato il ministro.

''In soli due mesi abbiamo approvato anche il decreto flussi che consentirà l'ingresso regolare in Italia di 83mila persone - ha aggiunto - La prima concreta risposta che il governo ha voluto dare a chi vuole entrare in Italia per lavorare''.

''I nostri valori di umanità e solidarietà non possono fermarsi alla banchina di sbarco'' ha sottolineato il ministro dell'Interno, che ha rimarcato: ''E' evidente che l'imperativo di combattere gli scafisti e bloccare le partenze può realizzarsi solo attraverso un'azione decisa dell'Unione Europea e una forte sinergia con i Paesi di origine e transito dei flussi provenienti dal Mediterraneo''.

''A livello europeo esiste sempre di più la consapevolezza che la cooperazione internazionale deve essere un patrimonio comune di tutti gli Stati membri e non solo di quelli di primo ingresso - ha detto Piantedosi - Anche grazie alle pressioni che stiamo facendo questo approccio finalmente si sta affermando nelle decisioni delle istituzioni europee con i primi significativi cambiamenti di prospettiva''.

''E' indispensabile - ha aggiunto - il rafforzamento della cooperazione per la ricerca e il salvataggio in mare dei migranti''. ''La questione migratoria è una sfida europea che richiede una risposta europea'', ha ribadito.

Per Piantedosi è inoltre necessario ''configurare regole di Dublino più equilibrate e stabilizzare un meccanismo di solidarietà fondato sulla ricollocazione che garantisca l'effettiva redistribuzione di una parte significativa delle persone arrivate via mare. Il punto di massima criticità è il cattivo funzionamento degli attuali meccanismi volontari di relocation''.

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