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Oms, Mers in 13 Paesi, situazione e' piu' seria

14 maggio 2014 | 15.35
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Oms, Mers in 13 Paesi, situazione e' piu' seria

Roma, 14 mag. (Adnkronos Salute) - Allerta Mers. La sindrome respiratoria mediorientale da coronavirus si è ormai diffusa in 13 Paesi al mondo e ha colpito anche gli Stati Uniti. "La situazione si è fatta più seria in termini di impatto sulla salute pubblica, ma non ci sono prove di una trasmissione sostenuta del virus da uomo a uomo". E' la conclusione del Comitato di emergenza dell'Organizzazione mondiale della sanità, riunito da ieri per fare il punto sulla diffusione e sui rischi della Mers. Il livello d'allerta non è ancora tale da far scattare le procedure previste dal 'Public Health Emergency of International Concern', cioè non si tratta di un'emergenza di salute pubblica di rilievo internazionale.

Gli esperti, comunque, sono preoccupati e sottolineano che tale preoccupazione "è significativamente aumentata ". In particolare, si guarda con timore al "recente aumento dei casi", alla "debolezza sistemica nella prevenzione e nel controllo delle infezioni" e alla "possibile esportazione dei casi, soprattutto nei Paesi più vulnerabili". Il Comitato ha sollecitato l'Oms e i Paesi membri all'adozione immediata di una serie di misure, per evitare che la Mers si trasformi in una minaccia seria per la salute pubblica.

Tredici Paesi hanno riportato casi di Mers: Egitto, Grecia, Giordania; Kuwait, Libano, Malesia, Oman, Filippine, Qatar, Arabia saudita, Yemen e Stati Uniti, dove si sono registrati di recente i primi due contagi.

Il Comitato d'emergenza dell'Oms ha chiesto alla stessa Organizzazione e agli Stati membri di "potenziare le politiche nazionali per la prevenzione e il controllo delle infezioni, una misura urgente soprattutto per gli Stati colpiti dal virus; condurre studi per capire meglio l'epidemiologia, in particolare i fattori di rischio, e valutare l'efficacia delle misure di controllo; supportare i Paesi più vulnerabili; informare la popolazione, gli operatori sanitari, i legislatori e renderli consapevoli dei rischi".

Gli esperti si riuniranno di nuovo a giugno, ma potrebbero vedersi anche prima se la situazione dovesse richiederlo.

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