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Lavoro: parole a vuoto? 'gergo' aziendale può distrarre da obiettivi

14 agosto 2014 | 14.48
LETTURA: 5 minuti

Analisi di Andre Spicer, della Cass Business School di Londra, che suggerisce anche come difendersi a imprese e lavoratori.

Lavoro: parole a vuoto? 'gergo' aziendale può distrarre da obiettivi

Se frequentate regolarmente le riunioni aziendali e vi trovate a pensare "Questa è proprio una caz...", probabilmente non siete i soli. Secondo un professore della Cass Business School di Londra, Andre Spicer, il linguaggio delle organizzazioni moderne è oggi così impantanato nel gergo del management da risultare in gran parte 'bullshit', una vera e propria stupidaggine. E questo sta portando le aziende a perdere di vista le loro attività principali finendo per alienare i dipendenti.

"La vita delle organizzazioni - spiega - è in gran parte legata alla creazione, alla circolazione e al consumo di parole e testi, molti dei quali sono oggi semplici stupidaggini. Con questo voglio dire che una buona parte di ciò che viene detto e scritto nei contesti organizzativi ha poco a che fare con la verità. In questo modo, gli scopi principali delle aziende passano in secondo piano, i dipendenti si demoralizzano e viene indebolita la fiducia degli interlocutori su vasta scala".

Secondo Spicer, l'economia post-industriale ha sotto-occupato gli impiegati d'ufficio in lavori ordinari di scarso valore e basso interesse sociale: "Indulgere nell'arte oscura del 'bullshit' è un modo per sottrarsi all'inutilità che opprime la vita sul posto di lavoro di scarso rilievo. Tipicamente, questo comporta l'utilizzo di parole e testi fortemente ambigui, prolissi ed effimeri".

"Pensate alla strategia aziendale: pur essendo oggetto di grande riverenza, spesso - spiega il professore - è effimera, intercambiabile, relativamente insignificante e molto inefficace. Lo stesso si può dire delle dichiarazioni di valori aziendali, che spesso mescolano una serie di belle parole generiche come 'qualità', 'servizio' e 'valore'".

Spicer ritiene che queste affermazioni si siano diffuse a tal punto da minacciare di diventare una distrazione fatale per le organizzazioni. "Quando un'azienda rimane imbrigliata nelle stupidaggini, una quantità significativa degli sforzi dell'organizzazione si concentra sulla loro produzione, circolazione e consumo”.

"I dirigenti e gli impiegati, ad esempio, devono sprecare gran parte delle loro giornate lavorative partecipando a riunioni o implementando programmi di cambiamento ad esse legati. Ciò potrebbe essere sostenibile per un breve periodo di tempo, ma quando l'elaborazione di stupidaggini legate al cambiamento diventa una parte abituale della vita organizzativa, ciò conduce a una distrazione sistematica dall'attività principale".

Secondo il professor Spicer, questo può anche scatenare un profondo senso di oltraggio tra i dipendenti: "Se i membri di un'organizzazione sono continuamente soggetti al 'bullshit', con tutta probabilità in breve tempo smetteranno di prenderlo troppo sul serio. Probabilmente, ogni nuovo orientamento o programma verrà cinicamente trattato come un'altra fissazione passeggera".

E questo porterebbe molti impiegati ad avvertire un senso di violazione e lesione della loro identità occupazionale e, implicitamente, della loro stessa persona. "Molti professionisti sottoposti alle divaganti bizzarrie delle fissazioni del management spesso si sentono colpiti nella loro identità di professionisti qualificati e capaci", spiega. Una prassi che può anche indebolire la fiducia di una serie di interlocutori delle organizzazioni, lasciando una scia di relazioni precarie con clienti e investitori.

"Se gli interlocutori continuano a trovarsi davanti a una continua sfilata di discorsi all'apparenza totalmente privi di fondamento, è probabile - dice Spicer - che inizino a dubitare dell'autenticità, della capacità e della coerenza dell'organizzazione con la quale hanno a che fare. Perciò, le organizzazioni impantanate nelle stupidaggini sono quelle che diventano sempre più precarie, instabili e soggette a essere spazzate via da piccoli cambiamenti nell'ambiente". Sorprendentemente, però, il professor Spicer suggerisce che, in piccole dosi, la tendenza può anche rivelarsi vantaggiosa, contribuendo a migliorare l'immagine e la fiducia delle organizzazioni.

Dire stupidaggini permette, infatti, agli individui di costruire un'immagine più attraente, spesso in mancanza di altre risorse più sostanziali come competenze o abilità. E cita lo studio di un'importante società di consulenza in management in cui i dipendenti utilizzano le stupidaggini per fare colpo sui clienti, mantenendo una divisione 'tra noi e loro' rispetto alle persone che acquistano i loro servizi.

Le stupidaggini vengono, così, usate dai dipendenti come uno stratagemma di fiducia per impressionare e convincere se stessi. Ad esempio, i quadri intermedi spesso le utilizzano per creare argomentazioni convincenti sul loro ruolo in quella che spesso è una posizione precaria. "Generose dosi di bullshit aiutano i quadri intermedi apprensivi a mettere in atto uno stratagemma di fiducia e ad auto-convincersi di essere membri utili e preziosi per l'organizzazione", spiega il professor Spicer.

Spesso, vengono usate dalle organizzazioni per costruire la loro legittimità in senso lato. "Le organizzazioni adottano frequentemente prassi e politiche non perché esse siano particolarmente efficaci o efficienti, ma perché sono considerate socialmente accettabili in senso lato. Ad esempio, molte aziende adottano prassi di 'management totale' non perché siano utili alla realizzazione del loro prodotto, ma perché risultano interessanti per un gruppo più vasto di interlocutori, facendo credere di essere una buona organizzazione", conclude.

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