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Draghi lancia Qe, Europa cauta, bene Piazza Affari

22 gennaio 2015 | 19.13
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La Bce ha deciso di lanciare un piano di acquisti di titoli ampliato alle emissioni pubbliche da 60 miliardi di euro al mese. Il consiglio della Banca centrale europea è stato "unanime" sul fatto che il Qe sia un vero strumento di politica monetaria. Piazza Affari segna il progresso maggiori tra i listini del Vecchio Continente, lo spread tra Btp e Bund tocca un minimo di 108 punti base

 - Borsa Milano
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Mario Draghi svela i dettagli del Quantitative easing e spinge al rialzo i principali listini del Vecchio Continente. La Banca centrale europea ha deciso di lanciare un piano di acquisti di titoli pubblici da 60 miliardi di euro al mese, che partirà il prossimo marzo e proseguirà fino a settembre 2016 e comunque "fino a quando l'inflazione si riporterà a livelli ritenuti coerenti con i suoi obiettivi".

Draghi sottolinea che il consiglio della Bce è stato "unanime" sul fatto che il Qe sia un vero strumento di politica monetaria, mentre sulla necessità di lanciarlo "adesso" è stato deciso "a larga maggioranza", senza bisogno di un voto. Complessivamente il piano prevede acquisti per 1.140 miliardi nell’arco di 19 mesi con l'acquisto da parte della Bce di titoli di Stato, con scadenze fra 2 e 20 anni, e criteri "condivisi" di ripartizione del rischio.

Le banche centrali dei paesi interessati garantiranno per una quota pari all’80% del totale, dunque solo il 20% sarà il rischio condiviso tra banche nazionali e Bce. L'Eurotower potrà acquistare per un importo massimo che non superi il 33% del debito di ciascun Paese e per ogni emissione non potrà acquistare più del 25% dei titoli. Gli acquisti saranno effettuati in base alle quote che ogni banca centrale detiene nel capitale Bce. "Non c'è alcuna eccezione per la Grecia", sottolinea Draghi.

Gli obiettivi del piano - preceduto dalla decisione di lasciare fermi al minimo storico allo 0,05% il tasso di riferimento dell'Eurozona -, sono quelli di ancorare le aspettative di inflazione a medio-lungo termine, in tal senso è importante "che le riforme strutturali siano attuate dai singoli Stati in modo credibile ed efficace", così come è fondamentale "incoraggiare le imprese ad aumentare gli investimenti da subito". Milano, che dopo l'annuncio del governatore Draghi aveva sfiorato un rialzo del 3%, chiude registrando il sesto rialzo consecutivo.

L''indice Ftse Mib segna +2,44% a 20.470 punti con lo spread tra Btp decennali e Bund tedeschi a quota 117 punti base con un rendimento dell'1,57%, dopo aver toccato un minimo infraday di 108 punti. Corre Lisbona +2,36%, bene anche Madrid +1,70% con il differenziale tra Bonos spagnoli e omologhi tedeschi a quota 105 con un rendimento dell'1,46%; Parigi +1,52% e Amsterdam +1,51%. Seduta nel segno dei rialzi anche per Francoforte +1,32% e Londra +1,02%. Lima le perdite la piazza finanziaria di Zurigo -0,11%.

A Piazza Affari ancora in spolvero le popolari, al centro della riforma decisa dal governo Renzi. Maglia rosa per Bper +4,73%, tra i 10 istituti di credito che entro 18 mesi dovranno trasformarsi in spa; in progresso anche Mediolanum +4,40%, Mps a 0,514 euro (+3,31%), Unicredit +3,70%, Bpm +3,06%, Intesa Sanpaolo +2,11%, Ubi banca +1,92%, Mediobanca +1,80%, Banca Carige +2,43%; in controtendenza dopo il recente rally Banco Popolare -0,41%.

Acquisti su Saipem a quota 8 euro (+4,37%) e sul comparto dell'energia: Snam +3,54%, Terna +3,16%, Enel gp +2,82% ed Eni +2,23%. Riflettori puntati anche su Telecom Italia +1,04% a 0,973 euro e Mediaset a 3,818 (+2,41%). Contrastato il comparto del lusso: maglia nera, sul listino principale, per Tod's che lascia sul terreno l'1,64% a 80,90 euro.

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