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Popolare Vicenza, per ad Iorio il 3 maggio in Borsa, porta a fondi non è chiusa

22 aprile 2016 | 18.57
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Popolare Vicenza, per ad Iorio il 3 maggio in Borsa, porta a fondi non è chiusa

Banca Popolare di Vicenza dovrebbe approdare in Borsa il 3 maggio e al termine dell'aumento di capitale potrebbe avere un buffer di capitale, un cuscinetto di sicurezza in più in caso di imprevisti, fra 550 milioni di euro e 1,1 miliardi, anche attraverso la cessione di asset non strategici. Bpvi sarà un istituto nuovo, ben patrimonializzato, che oggi vuole "dimostrare solidità e trasparenza al mercato", ha detto l'amministratore delegato Francesco Iorio, presentando l'operazione di aumento di capitale. "La banca avrà moltissima probabilità, se non quasi la certezza, di essere quotata". Atlante, però, come emerso ieri, farà la sua parte anche senza l'ammissione in Borsa e l'incognita flottante resta. Con i soci sul territorio, compresa CariVerona, "la situazione è molto fluida". Per quanto riguarda i fondi, incluso Fortress, "non chiudiamo la porta a nessuno", ha precisato lo stesso Iorio. "Non escludo nulla, fino a che non si chiude il bookbuilding", che terminerà giovedì prossimo.

L'amministratore delegato dell'istituto ha ricordato che la banca ha 4,5 miliardi di euro di sofferenze, con un 60% di copertura. Iorio ha tracciato uno scenario: "Qual è il valore di cessione delle sofferenze che mi permetterebbe di azzerarle e arrivare a un ratio del 10,25%? 900 milioni e noi abbiamo 1,1 miliardi" di buffer. "Questa banca -ha continuato- avrà un buffer patrimoniale di tale ampiezza che potrebbe permettersi, vendendo al 23% il proprio book di sofferenze, di avere zero sofferenze e di non andare sotto il minimo regolamentare del 10,25%", richiesto dalla Bce.

L'ad ha presentato una situazione un po' meno drammatica di quella emersa dal prospetto informativo, approvato ieri dalla Consob. Ad esempio, sul miliardo di euro di valore dei reclami presentati dai soci, "736 milioni sono coperti". I depositi da inizio anno sono calati del 6%, per circa 700-800 milioni, ma ad aprile "non è successo nulla". In particolare, "i clienti sono scappati per paura del bail in, non per disaffezione" e la Popolare di Vicenza "ha perso masse, non clienti". L'ad confida che, una volta tornata a regime, la banca possa "riconquistare la fiducia del suo territorio", cioè il Veneto, dove ha l'8% della quota di mercato.

Quanto al consolidamento bancario in corso Iorio non ha chiuso la porta ad alcuna possibilità. "Credo che questa banca possa creare valore da sola, oppure insieme a un'altra". Dopo l'aumento da 1,5 miliardi, "diventerà un oggetto contendibile che può fare due cose: cercare un'aggregazione dimensionale paritetica, con una contendibilità che si può far valere in termini di peso politico, oppure cercare una valorizzazione del suo potenziale inespresso". Secondo l'ad, "la cosa più importante è che si riesca a fare le cose in una logica industriale, perché il territorio ne sia beneficiario e non in una logica localistica".

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