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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

09 settembre 2015 | 09.35
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Rassegna stampa: il lavoro nei quotidiani di oggi

Al centro dei giornali in edicola sempre la questione migranti e lo scenario economico europeo.

In un'intervista a 'Repubblica', Lucrezia Reichlin, docente alla London Business School, afferma: "Locomotiva Europa? Non scherziamo. L’Europa cresce oltre un punto in meno degli Usa, pur avendo vissuto una seconda recessione cominciata nel 2011. E dopo una recessione un’economia dovrebbe crescere a benaltri ritmi". E aggiunge: "Anche la ripresa Usa non è entusiasmante. Laverità è che la crescita c’è ma è deludente ovunque tra i Paesi avanzati mentre gli emergenti devono affrontare nuovi rischi che oscurano la loro crescita potenziale".

"L’esodo dei migranti siriani ha fatto emergere un nuovo spirito solidale in Europa e spinto la Germania ad assumere con intelligenza un ruolo guida", dichiara a 'Repubblica' Anthony Giddens, ex-rettore della London School of Economics, che avverte: "Ma i rischi sono gravissimi, perché la questione dei migranti si mescola ad altre crisi, come quella dell’euro e dell’Ucraina, e rischia di spaccare ulteriormente l’Unione europea".

Sulla questione migranti 'Repubblica' intervista anche Joshua Landis, uno dei maggiori esperti mondiali di Siria, docente all'Università dell'Oklahoma: "Non è troppo tardi per la Siria. Ma solo se i paesi coinvolti in questa crisi apriranno gli occhi e accetteranno di rinunciare a posizioni di principio che sanno essere inutili e irrealizzabili: oggi continuano a difenderle, come in un teatrino dell’assurdo, mentre la crisi peggiora di giorno in giorno".

Con 'Avvenire' Frédéric Pichon, ricercatore all’Università di Tours e autore di diversi saggi sulla Siria, lancia un allarme: "Senza una mobilitazione internazionale efficace, auspicabilmente sotto l’egida dell’Onu, un Medio Oriente senza cristiani, o quasi, è uno scenario che non può più essere escluso".

Il 'Giorno' intervista lo storico Luciano Canfora: "Io vedo l’acume di un leader attuale che sa che l’Europa è in decrescita demografica. Quando Merkel dice 'li integriamo', è estremamente aggiornata con la situazione concreta. Otto Seech descrisse il declino del mondo antico puntando essenzialmente sul declino demografico. È il problema dei problemi delle civiltà avanzate".

Sul fronte delle imprese interviene, in un'intervista a 'Repubblica', il presidente del coordinamento nazionale dei servizi innovativi di Confindustria, Gianni Potti: "Guardando lo scenario americano, inglese e tedesco, dal punto di vista della digitalizzazione delle fabbriche siamo sotto la metà della classifica. Abbiamo un sistema industriale dove il 20% delle aziende, soprattutto in Veneto e Lombardia, ha capito il futuro in tempo, ed è decollato; ma il resto ha bisogno di un grande intervento di innovazione. Penso al commercio elettronico, che ci vede ultimi o quasi in Europa; alla sensoristica nelle catene di montaggio; ma più in generale alla capacità di ripensare i processi produttivi. La verità è che il nostro tradizionale punto di forza del made in Italy, il manifatturiero, è invecchiato".

'Avvenire' intervista Patrizia Grieco, presidente di Enel: "A mio avviso, non ci sarà più sostenibilità economica se non sarà accompagnata da un senso vero e profondo di responsabilità sociale. Ma non è sempre stato così. La sensibilità rispetto a certi temi è enormemente cresciuta negli ultimi anni. Tante aziende stanno aumentando il livello di attenzione verso una crescita responsabile. Certo, non tutti declinano questo impegno allo stesso modo, perché c’è chi si concentra di più sul welfare aziendale mentre altri privilegiano iniziative di solidarietà. Comunque, noto con piacere che chi occupa una posizione di rilievo in una società industriale è sempre più predisposto a dare un contributo alla società nel suo complesso".

Sulla questione del numero chiuso nelle università il 'Fatto quotidiano' intervista Riccardo Puglisi, ricercatore di Economia Politica all’Università di Pavia: "Agli studenti voglio dire che è sciocco e inefficiente pretendere un accesso uguale per tutti al sistema universitario. Al contrario è necessario premiare e potenziare il talento e le abilità personali, e solo un sistema che seleziona i migliori può garantirlo. Anche la qualità dei compagni di studi è fondamentale, più il livello è elevato, maggiori saranno i risultati".

Allo stesso quotidiano Massimo Marrelli, fino a ottobre del 2014 rettore dell’Università Federico II di Napoli e oggi docente emerito di Finanza, dice: "C’è prima di tutto un problema di sottodimensionamento delle stime. I numeri professionali previsti per i prossimi anni sono molto inferiori a quelli dell’effettivo bisogno: il numero chiuso per l’ammissione di oggi creerà un vuoto di medici in futuro".

Sul tema il 'Mattino' intervista il rettore della Federico II, Gaetano Manfredi: "Credo che sarebbe opportuno utilizzare il metodo dei concorsi. Dove esiste un ventaglio di quesiti a risposta multipla ben definito da dove vengono estratte le domande preselettive. Ma deve essere chiaro un punto: i test per accedere alle facoltà a numero chiuso sono indispensabili".

Sul fronte dell'internazionalizzazione, il 'Sole 24 ore' intervista Jörg Wuttke, presidente della Camera di commercio europea a Pechino, che parla delle riforme attuate dalla Cina per far fronte al rallentamento dell’economia: "Alcune cose sono state realizzate, la Pilot Shanghai free trade zone, ad esempio, basata sul principio della riduzione della negative list, quella che vieta l’accesso ai gruppi stranieri per determinate attività, ma anche l’aumento delle aree di libero scambio dopo l’istituzione di quella di Shanghai nel settembre 2013. Tra loro è scattata una vera e propria competizione".

Con 'Mf', Paolo Cuccia, presidente del Gambero rosso, parla della quotazione in borsa del gruppo editoriale enogastronomico: "Ci sono opportunità di crescita per Gambero Rosso che devono essere sfruttate. Inoltre la forchetta di prezzo è molto bassa per cautela. Anche i multipli sono bassi rispetto ai valori di soggetti simili. Per un investitore con un orizzonte di medio o lungo termine siamo un’ottima storia su cui investire. I numeri parlano da soli. Siamo tornati al profitto nel 2014 e anche quest’anno stiamo andando bene".

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