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"Riduzione del danno ‘chiave’ contro le malattie croniche"

03 febbraio 2020 | 10.27
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(Fotogramma)
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“Un corretto stile di vita è fondamentale per contrastare le malattie croniche, dai tumori, al diabete. Ormai conosciamo le scelte ‘giuste’ per la nostra salute. Ma non sempre è facile farle. Per questo, da medico, sono convinto che sia corretto parlare di riduzione del danno, e proporre delle opzioni concrete ai miei pazienti”. Ad affermarlo è Peter Harper, oncologo britannico ed ex responsabile del Guy’s, King’s and St. Thomas Hospital di Londra, nel corso della Conferenza internazionale di Parigi sulla riduzione del danno nelle malattie non trasmissibili.

Almeno 7 cause di morte su 10 – sottolinea l’esperto - sono collegate direttamente allo stile di vita, ai comportamenti e alle scelte personali. Un cambiamento dello stile di vita è la misura più potente ed efficace per ridurre al minimo il pericolo di molte malattie croniche. Ma come può un medico bilanciare la libertà del paziente di scegliere come vivere, con la conoscenza degli effetti di queste scelte per la salute? Quello che facciamo, come medici, alla fine è ridurre i rischi legati allo stile di vita. E questo sia che io stia consigliando il vaccino contro il Papillomavirus per ridurre il pericolo di cancro del collo dell’utero, sia che stia raccomandando di usare il casco quando sulle piste da sci, sia che stia suggerendo un’alternativa meno dannosa a un fumatore che non riesce a smettere”.

A livello globale le malattie croniche sono responsabili di circa 40 mln di morti ogni anno, ha ricordato Harper. “Di questi decessi, circa 16 milioni sono morti premature, che colpiscono persone fra i 30 e i 69 anni”. Occorre trovare un modo efficace per contrastare questi killer silenziosi, dice l’oncologo. Ma “se sui vaccini siamo tutti d’accordo, anche perché gli studi ci dicono che dove si vaccina ad esempio contro il Papillomavirus scende il numero dei tumori della cervice uterina”, sulle alternative alle sigarette come le e-cig il consenso non è unanime.

“Per l’Organizzazione mondiale della sanità il vaping o i prodotti a tabacco riscaldato non rappresentano alternative meno dannose alle sigarette. Ebbene, penso che l’ultimo report dell’Oms in materia – sostiene Harper - non sia basato su tutte le evidenze scientifiche disponibili. E’ vero che non ci sono ancora dati a lungo termine, ma uno studio indipendente presentato alla Food and Drug Administration ha dimostrato che con questi prodotti c’è un’importante riduzione dell’esposizione alle sostanze tossiche. Questo è un dato. Certo: zero sigarette è meglio, e questa è la nostra indicazione ai pazienti. Ma smettere in modo definitivo non è facile, e tutto quello che facciamo noi medici puntando alla riduzione del danno è mirata ad ottenere un risultato concreto. Da medici vogliamo ridurre il pericolo per i pazienti. E bisogna sottolineare che una politica sanitaria mirata alla riduzione del danno ha riflessi importanti sui costi delle cure, ma anche sull’assenteismo e il presentismo al lavoro. Un altro male dei nostri tempi: persone che si presentano in ufficio – conclude - ma, naturalmente, sono meno produttive”.

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