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Salute: sicurezza alimentare, da Mdc e Frodi Alimentari 10 consigli per Pasqua

16 aprile 2014 | 12.21
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Roma, 16 apr. (Adnkronos Salute) - Colombe, uova di cioccolata e sode, agnello ma anche tante denominazioni geografiche simbolo della qualità italiana. La Pasqua è per gli italiani un momento per riscoprire le tradizioni, anche quelle culinarie. Il Movimento difesa del cittadino e Frodi alimentari hanno messo a punto 10 consigli per acquistare prodotti alimentari consapevolmente e per preparare i convitti pasquali e il picnic di Pasquetta in sicurezza e senza spreco: a cominciare dalle uova di Pasqua, di cui è importante verificare la percentuale di cacao e la presenza di altri grassi vegetali.

Le uova di Pasqua, entrate nella tradizione, risultano accattivanti già dall'involucro colorato, ma bisogna fare attenzione a non acquistare quelle esposte in vetrina: la cioccolata si deteriora al sole e al calore. E anche se possono sembrare tutte uguali, in realtà non è così. Per questo è bene controllare la percentuale di cacao e la presenza di altre sostanze vegetali diverse dal burro di cacao. Infatti, se il cioccolato contiene fino al 5% di grassi vegetali diversi dal burro di cacao l’etichettatura deve contenere la specifica: 'contiene altri grassi vegetali oltre al burro di cacao'. Per quanto riguarda le 'cugine' uova sode, sia la conservazione che l'etichetta necessitano di un occhio di riguardo: scegliere sempre quelle fresche e di galline allevate a terra. Per colorarle invece, è necessario usare tinture ad hoc per alimenti o naturali, conservandole appositamente in frigorifero.

E attenzione agli ingredienti della colomba, emblema della Pasqua. Che sia artigianale o industriale, deve essere preparata con gli ingredienti stabiliti dalla legge, ovvero farina di frumento, zucchero, uova di gallina di categoria 'A' o tuorlo d’uovo, burro (non inferiore al 16%), scorze di agrumi canditi (non inferiore al 15%), lievito naturale costituito da pasta acida e sale. E se in un negozio artigianale la Colomba è senza etichetta? Non c'è da preoccuparsi, purché sul banco di vendita un cartello o un registro indichino la denominazione di vendita e la lista degli ingredienti. (segue)

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