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Sport: pediatri, Mondiali occasione per insegnare ai bimbi valori positivi

20 giugno 2014 | 17.10
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Sport: pediatri, Mondiali occasione per insegnare ai bimbi valori positivi

(Adnkronos Salute) - I Mondiali di calcio in Brasile e il tifo per gli Azzurri, per insegnare ai bambini i valori positivi dello sport. "Sono un momento educativo importante da promuovere - afferma Piercarlo Salari, pediatra di consultorio a Milano e membro della Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) - con uno spirito basato sull’identificazione e il sostegno della propria squadra e al tempo stesso sui principi della convivenza civile, sulla consapevolezza che gli uomini, da qualunque parte dello stadio giochino o guardino, siano tutti da rispettare come noi stress".

Il consiglio dell'esperto "è favorire un clima di ascolto e comunicazione sia durante sia dopo la partita: il dialogo con i propri figli può favorire il confronto e la condivisione riguardo a scene e a temi più aggressivi, spiegando e sottolineando l’importanza del rispetto delle regole e delle persone".

"Per primi i genitori devono imparare a vivere lo sport in modo tranquillo e sereno - aggiunge l'esperto - rendendo l’agonismo interessante e piacevole e ricordando che si tratta pur sempre di un gioco. E' altrettanto importante mantenere un atteggiamento positivo ed equilibrato in rapporto ai risultato, insegnare ai propri figli che saper perdere è molto più difficile ed importante che saper vincere, perché nello sport, così come nella vita, il più delle volte non si vince e dopo una caduta bisogna sapersi rialzare".

“La partita - osserva Stefania Bianchi, psicologa e psicoterapeuta presso l’Associazione ProXXima a Milano - assume per gli spettatori significati di tipo simbolico e comunicativo, dove l’aggressività diventa una forma di lotta mimata e simulata, senza poi dimenticare il fascino e l’attrazione esercitati dai giocatori che ostentano maggiore aggressività. I bambini e ragazzi sono fortemente influenzati dall’ambiente in cui vivono, soprattutto dai comportamenti dei propri genitori e degli adulti di riferimento: assimilano immediatamente il loro comportamento senza la consapevolezza che sia corretto o no, e tendono a riproporlo”.

“Spetta ai genitori - conclude - il compito di creare un clima ‘da partita’ che sia occasione di svago e divertimento, non di aggressività e competizione violenta, e favorisca un vissuto di appartenenza e di identità collettiva, senza sfociare nella lotta al nemico avversario”.

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