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Mucca pazza: Coldiretti, dopo 14 anni torna in tavola la vera pajata

18 marzo 2015 | 11.43
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Uno dei piatti celebri della cucina romana, composto dall'intestino tenue del vitellino da latte o del bue, esce dagli organi a rischio Bse decisi dall'Ue. La Coldiretti festeggia a Roma con un evento culinario con maxi-pajata

 - Coldiretti
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Torna la vera pajata che manca da quasi 14 anni dalle tavole degli italiani "per effetto delle restrizioni sanitarie adottate nel luglio 2001 per far fronte all’emergenza mucca pazza (Bse)". Uno dei piatti celebri della cucina romana, composto dall'intestino tenue del vitellino da latte o del bue, esce dunque dagli organi a rischio decisi dall'Ue. E’ questo il risultato annunciato dalla Coldiretti dopo il voto favorevole arrivato dal Comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Ue, che ieri ha la modificato il regolamento comunitario sulle misure di prevenzione e controllo della Bse.

"Un risultato importante per consumatori, ristoratori, cuochi, macellatori e allevatori - ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - che oltre ad avere rilevanza sul piano gastronomico ha anche effetti su quello economico con la valorizzazione dell’allevamento italiano in un difficile momento di crisi. Determinante - aggiunge - l'impegno del ministero della Salute”.

L' evento viene festeggiato dalle donne della Coldiretti oggi a Roma nella sede della Coldiretti con la preparazione di una maxipajata per celebrare l’atteso ritorno. "Viene modificato - sottolinea la Coldiretti - l’elenco degli organi a rischio e consente di recuperare la colonna vertebrale ma, soprattutto, l'intero pacchetto intestinale. Una decisione che - precisa la Coldiretti - mette fine ad un doloroso divieto e apre finalmente le porte al ritorno del piatto più tipico della tradizione romana nella sua forma originale".

La pajata - spiega Coldiretti - è il termine romanesco per definire la prima parte dell'intestino tenue del vitello da latte che è stato fino ad oggi sostituito nei ristoranti e nelle trattorie dall' intestino d'agnello. E’ l'ingrediente principale di uno dei piatti più tipici della cultura gastronomica della capitale: i rigatoni con la pajata ma - continua la Coldiretti - in alternativa puo' essere proposta alla brace, in forma di spiedino.

La decisione della Commissione Europea è una giusta conseguenza del fatto che - sostengono gli esperti della Coldiretti - dal 2009 non si registrano casi di mucca pazza tra bovini in Italia per il rigido sistema di controlli e per le misure di sicurezza messe in atto anche con grandi sacrifici dagli allevatori. Una spinta decisiva al risultato è stata data dal giudizio positivo dell'Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) che a fine maggio del 2013 nell'ambito dell'Assemblea generale ha adottato la risoluzione che aveva ufficialmente sancito per l'Italia un nuovo stato sanitario per l'encefalopatia spongiforme bovina (Bse), con il passaggio dal livello di rischio 'controllato' a quello 'trascurabile', il più basso. L’Italia, con Giappone, Israele, Olanda, Slovenia e Usa, fa parte della ristretta cerchia di 19 Paesi, sui 178 aderenti all'Oie, che - precisa la Coldiretti - hanno raggiunto la qualifica sanitaria migliore di rischio 'trascurabile' per la mucca pazza (Bse).

Il nuovo regolamento di esecuzione dal comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea passa ora al servizio giuridico della Commissione europea per la traduzione in tutte le lingue e - conclude Coldiretti - sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro 15- 20 giorni.

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