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Farmaci: diabetologi contro Aifa, no a nuove restrizioni uso incretine (2)

19 febbraio 2014 | 14.23
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(Adnkronos Salute) - Amd e Sid precisano di comprendere la necessità di contenere la spesa sanitaria, ma ritengono che "l'impatto dei nuovi piani terapeutici rischia di essere negativo. In altre parole, per risparmiare sulla prescrizione delle incretine, si rischia di generare una spesa ben maggiore legata alle possibili complicanze insite nella somministrazione dei vecchi antidiabetici orali", con "un numero elevato di accessi ai Pronto soccorso e di ricoveri per crisi ipoglicemiche (dal costo medio di 3 mila euro) e per le loro conseguenze (fratture, incidenti stradali)".

Per i diabetologi, inoltre, "la sospensione della rimborsabilità delle terapie incretiniche nelle persone in trattamento insulinico abolisce un 'diritto acquisito' e rischia di gravare dal punto di vista economico per un ricorso a terapie insuliniche più complesse (e costose) e alla necessità di intensificare il controllo glicemico a domicilio". Ancora, per gli esperti "Aifa sembra contraddire quanto imposto dall'Agenzia europea Ema". E i farmaci, secondo i nuovi criteri, risulterebbero "rimborsabili per persone alle quali non possono essere prescritti, mentre non sono rimborsabili per altri cui potrebbero essere prescritti. Una chiara contraddizione, anche amministrativa". Gli specialisti fanno notare anche come, "a distanza di anni dall'introduzione delle prime terapie basate sulle incretine, ai diabetologi italiani venga ancora richiesto di compilare un piano terapeutico complesso che, facendo perdere molto tempo, rappresenta di per sé un'ulteriore limitazione, se non un vero e prorpio deterrente alla prescrizione dei nuovi farmaci".

Da qui l'appello di Antonio Ceriello, presidente di Amd, e Stefano Del Prato, presidente Sid, che chiedono "che queste norme prescrittive possano essere riviste così da mettere il nostro Paese al passo con gli altri Paesi comunitari". "Avere la possibilità di prescrivere solo farmaci in grado di causare ipoglicemie - avvertono le società scientifiche - comporta limitazioni per la guida di veicoli commerciali e per l'uso di altri macchinari. Non avere la possibilità di prescrivere farmaci a bassissimo rischio di ipoglicemie, quali le terapie basate sulle incretine, potrebbe rendere impossibile il prosieguo della propria attività lavorativa ad alcune persone con diabete nelle quali l'ipoglicemia può essere considerata un possibile rischio per terzi (autotrasportatori, autisti, gruisti, lavoratori su impalcature) comportando limitazioni al rinnovo della patente di guida e molte altre ancora".

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