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Fecondazione: Ass. Coscioni, ancora divieti da cancellare e bimbi mai nati

18 febbraio 2014 | 15.02
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Milano, 18 feb. (Adnkronos Salute) - Cosa resta oggi della legge 40 sulla fecondazione assistita? "Altri divieti da cancellare e bambini mai nati a causa di proibizionismi anti-scientifici e ideologici". E' questo il bilancio dell'Associazione Luca Coscioni che fa il punto sul provvedimento a 10 anni dalla sua approvazione, il 19 febbraio del 2004. "La norma - ricorda l'Associazione in una nota - è finita sotto processo 28 volte. Il suo testo è stato persino modificato dalla Corte Costituzionale nel 2009, mentre i vari interventi dei tribunali nazionali e della Corte europea dei diritti dell'uomo ne hanno ridefinito la corretta interpretazione. In particolare, è stato cancellato il divieto di produzione di più di tre embrioni e l'obbligo di contemporaneo impianto di tutti gli embrioni prodotti".

Nuovi 'passaggi' cruciali sono all'orizzonte, spiegano i rappresentanti dell'organizzazione: "Il prossimo 8 aprile la Corte Costituzionale è chiamata a valutare il divieto di tecniche eterologhe, la revoca del consenso e l'utilizzo a fini di ricerca scientifica degli embrioni non idonei per una gravidanza". E anche davanti alla Corte europea dei diritti dell'uomo "pende analogo ricorso per gli embrioni alla ricerca". La legge 40, osserva l'Associazione, "è quasi del tutto cambiata. I Radicali, con Luca Coscioni, tentarono di cancellarla con un referendum abrogativo totale, impedito dalla Corte Costituzionale, e partecipando alla campagna sui 4 quesiti abrogativi parziali. La Conferenza episcopale italiana e le forze politiche clericali sabotarono i referendum, sia attraverso la disinformazione (facilitata dalla complessità dei quesiti parziali) che attraverso una campagna astensionistica illegalmente condotta persino nei luoghi di culto".

Per Filomena Gallo e Marco Cappato, rispettivamente segretario e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, "la legge 40 in questi 10 anni ha provocato solo lesioni di diritto alle tante coppie che desiderano avere un figlio. Qualcuno sostiene che è una norma che assicura uguaglianza e che ha dato ottimi risultati. Niente di più sbagliato. Lo dimostrano le tante coppie che si rivolgono all'Associazione, che sono escluse dall'accesso alle tecniche di fecondazione e non ne capiscono l'assurdità delle motivazioni. Lo dimostrano le tante sentenze che ne hanno modificato testo ed interpretazione. L'8 aprile la Consulta ha di nuovo la possibilità di fare quello che in 10 anni non è stato possibile fare attraverso la politica, cioè riscrivere una legge che non discrimini nessuno e che assicuri a tutti la possibilità di avere un bambino".

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