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Scuola, è muro contro muro: oggi vertice con Conte

22 maggio 2020 | 09.55
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Il nodo concorsi divide la maggioranza. Sciopero docenti 'aiuta' fronte dem-Leu

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)

L'ultima riunione c'è stata giovedì sera. Ed è andata male. Nessun avvicinamento e nella giornata di ieri nessun nuovo incontro. Così nella serata di oggi la questione scuola che sta dividendo la maggioranza con Pd-Leu da una parte e i 5 Stelle con la ministra Lucia Azzolina dell'altra, arriva a palazzo Chigi alla presenza del premier Giuseppe Conte, i capidelegazione e i capigruppo di maggioranza.

Il nodo del contendere è sempre lo stesso, da giorni: il concorso per docenti. Azzolina lo vorrebbe 'normale' con il quiz a crocette e i vari step da superare. Pd e Leu, vista la situazione con la minaccia virus in corso, propongono un concorso per titoli, insomma un canale più diretto per le assunzioni. Sostenuti anche dai sindacati che potrebbero scioperare. "La notizia di oggi è lo sciopero e francamente ci aiuta", sottolinea un senatore Pd. "Il punto è che a settembre avremo bisogno di insegnanti. E se il concorso non si riesce a fare? che si fa? niente insegnanti? Allora -spiega un dem che segue da vicino il dossier- diciamo 'ok il concorso, ma prevediamo delle subordinate' in modo da non trovarci impreparati".

Sul punto la mediazione ancora non c'è. E il livello di tensione si è visto anche in uno scambio tra il capogruppo Pd , Andrea Marcucci, e quello M5S, Gianluca Perilli. "In questa situazione di emergenza, e con tutte le difficoltà che sta registrando la scuola, sono comprensibili le ragioni che stanno convincendo i sindacati ad indire uno sciopero", dice Marcucci e ribatte Perilli: "Mi dispiace rilevare che l'atteggiamento del Presidente Marcucci sul tema scuola è divisivo e non agevola il confronto. Non ci aspettiamo provocazioni ma soluzioni". I 5 Stelle fanno quadrato attorno ad Azzolina, Luigi Di Maio compreso.

Stasera alla presenza di Conte si tenterà la mediazione: il tempo stringe. Il dl scade il 4 giugno e deve ancora essere approvato al Senato (con fiducia), poi passare alla Camera.

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