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Sindacati scuola: bene parole Renzi, ma passare subito ai fatti

25 febbraio 2014 | 17.53
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Sindacati scuola: bene parole Renzi, ma passare subito ai fatti

Roma, 25 feb. (Labitalia) - Passare dalle parole ai fatti. Affrontando da subito alcune delle emergenze più 'calde' del 'pianeta scuola': precariato, blocco delle retribuzioni del personale, risorse per la didattica. E' questa la risposta dei sindacati di categoria della scuola Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal, all'indomani dell'intervento di Matteo Renzi in Senato, durante il quale il premier ha indicato la scuola come "punto di partenza" dell'agenda di governo e annunciato investimenti per l'edilizia scolastica. Un intervento che è piaciuto alle sigle sindacali, che però si attendono da subito azioni concrete dal premier e dal governo.

"Sicuramente è importante -spiega a Labitalia Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil- che i sistemi formativi, d'istruzione e di ricerca tornino al centro dell'attenzione. Ma allo stesso tempo è necessario passare dalle parole ai fatti, e per farlo servono investimenti e risorse cospicue. E' necessario tornare a investire -aggiunge- per dare qualità e valore al sistema scuola. Le scuole sono senza risorse -sottolinea- e in una situazione di totale emergenza, e alla famiglie viene chiesto di sostenere le spese quotidiane. Quindi va bene investire sull'edilizia ma serve anche altro. Il personale è assolutamente demotivato, con un contratto bloccato da troppi anni, e i docenti si sentono svalorizzati nelle loro professionalità".

Per Pantaleo, "la prima cosa da fare è rimotivare il personale e questo si può fare solo affrontando di petto e superando la precarietà che ci portiamo avanti da anni, e anche restituire una dignità salariale, sociale e professionale ai dipendenti". "Nel cambiamento della scuola prospettato da Renzi -dice- ci aspettiamo che vengano coinvolte le forze sociali, ma anche gli studenti, famiglie e le istituzioni locali, in modo che ognuno possa dare il proprio apporto alla discussione. Da questo punto di vista -conclude- serve un'inversione di rotta rispetto ai governi precedenti".

Un cambio di marcia è quello che chiede anche Francesco Scrima, segretario generale di Cisl Scuola. "Noi abbiamo apprezzato -dice a Labitalia- le parole di Renzi sulla scuola e le politiche scolastiche al centro dell'agenda politica di governo. E adesso ci aspettiamo atti coerenti e conseguenti a queste parole. Si deve passare ai fatti".

I primi interventi, secondo la Cisl, dovranno andare a sostegno del personale. "Abbiamo innanzitutto -spiega Scrima- delle emergenze di gestione da affrontare in questi giorni. Serve innanzitutto la chiusura positiva delle partita degli scatti d'anzianità per il personale. Poi, è necessario porre fine allo scippo delle retribuzioni che sta subendo il personale Ata e infine va fermata -sottolinea- la decurtazione dello stipendio per i dirigenti scolastici per via di una interpretazione restrittiva del ministero dell'Economia".

Per Scrima, "va riaperta assolutamente la discussione sul contratto di lavoro".

Soddisfatto delle parole di Renzi anche Marco Paolo Nigi, segretario generale dello Snals Confsal. "La scuola come priorità, restituzione del valore sociale ai docenti, radicale cambiamento di atteggiamento verso la scuola da parte del governo e delle famiglie, l'educazione come motore dello sviluppo. Queste affermazioni pronunciate dal presidente del Consiglio Renzi -spiega a Labitalia- sono condivise dallo Snals-Confsal che ora attende impegni coerenti e azioni concrete, ad iniziare dall'organico dell'autonomia e dal rinnovo del contratto".

E anche per Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola, l'intervento di Renzi "è stata una scossa salutare: mettere al centro di una difficile stagione politica l'istruzione e il valore dell'insegnamento è un fatto assolutamente positivo". "Le parole di Renzi sono condivisibili -aggiunge Di Menna- e adesso dobbiamo verificare che, considerata la situazione finanziaria non facile, ci devono essere delle azioni con cui si sposta una quota di spesa pubblica dalle inefficienze e i privilegi all'istruzione. Questo può aiutare a migliorare, gradualmente, il rapporto tra spesa per l'istruzione e spesa pubblica del nostro Paese, che è uno degli ultimi a livello europeo".

Per Di Menna, "le prime emergenze, da affrontare subito, riguardano i ritardi accumulati sul precariato e le retribuzioni dei dipendenti". "Affrontate queste emergenze, si potrà aprire una stagione, a cui la Uil è interessata, di modernizzazione della scuola italiana", conclude.

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