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Volkswagen: Di Taranto, scandalo non avrà ricadute su mercato italiano

25 settembre 2015 | 18.01
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Giuseppe Di Taranto, foto dal sito Luiss
Giuseppe Di Taranto, foto dal sito Luiss

Lo scandalo Volkswagen non avrà ricadute sul mercato automobilistico italiano. Almeno secondo Giuseppe Di Taranto, professore di Storia dell'economia e dell'impresa all'università Luiss, che intervistato da Adnkonos ha commentato così il crollo della casa automobilistica in borsa: "Io non credo che l'effetto al ribasso durerà molto; questo perché attualmente ci sono responsabilità limitate al marchio Volkswagen".

La caduta sarà di breve durata, secondo l'economista, e sarà seguita da una ripresa. "Per il momento non sono coinvolte altre case automobilistiche e non credo, nel caso, avverrebbe nella misura in cui è successo a Volkswagen. Certo, un coinvolgimento più ampio potrebbe causare un calo generalizzato della capitalizzazione in borsa del settore automobilistico. Ma Fca, ad esempio, ha dichiarato di lavorare in sinergia con l'agenzia statunitense Epa e dovrebbe essere totalmente al di fuori di questa vicenda".

"Problema solo per il made in Germany"

Sui timori che lo scandalo possa andare a intaccare la ripresa economica, Di Taranto rassicura: "Queste paure si spingono oltre i rischi effettivi. Nonostante Volkswagen detenga il 12% del mercato mondiale delle auto - e abbia assorbito, tra l'altro, anche case italiane quali Bugatti, Ducati, Lamborghini - non sono a rischio né l'economia comunitaria né quella italiana, il cui settore automobilistico dipende principalmente da Fca".

"Il problema si pone soltanto per quanto riguarda la Germania e il made in Germany - continua l'economista - ma il Paese ha accumulato negli anni un'enorme quantità di risorse, tali da metterlo in salvo anche nel caso in cui il crollo Volkswagen in borsa dovesse andare avanti oltre i tempi previsti".

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