Il governo prende tempo sull'eventualità di bloccare l'automatismo con cui l'età pensionabile, per effetto delle aspettative di vita, potrebbe salire dal 2019 a 67 anni. Il round tecnico tra governo e Cgil Cisl Uil, infatti, non ha sciolto il nodo relativo alla volontà politica dell'esecutivo di intervenire sull'automatismo come oggi hanno chiesto preliminarmente i sindacati e i presidenti delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato in un appello ad hoc. E questo almeno fino ad ottobre quando l'Istat pubblicherà i dati.
"Al momento la discussione rischia di venire falsata dal fatto che ad oggi e fino ad ottobre non si conosce l'entità dello scostamento dell'aspettativa di vita", avrebbe a quanto si apprende spiegato il consigliere di Palazzo Chigi, Marco Leonardi, oggi al tavolo con i sindacati. Un nuovo passaggio tecnico è comunque previsto nelle prossime settimane mentre sarà con ogni probabilità calendarizzato per fine mese un nuovo round politico con i leader di Cgil Cisl e Uil.
Il tavolo dunque va avanti. Tante le questioni al centro del confronto a partire dai giovani per finire con le donne che svolgono lavori di cura. Ed è proprio sulle donne che il governo starebbe studiando la possibilità , a quanto riferito dai sindacati, di allentare i requisiti contributivi di accesso all'Ape social per quelle che svolgono lavori di cura e di assistenza. Quanto ai giovani, invece, quelli cioe' la cui pensione sarà calcolata con un sistema contributivo puro (under 40) uno dei ragionamenti sul tavolo con cui disegnare una pensione di garanzia prevederebbe la 'liberalizzazione' delle uscite svincolandole cioe' dall'obbligo di raggiungere un tetto di reddito di almeno 2,8 volte il salario minimo. (segue)