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Mps, parte l'aumento di capitale ma è pronto l'ombrello di Stato

15 dicembre 2016 | 14.31
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(Fotogramma)
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Mps tenta la strada del mercato. Ma il ricorso all'intervento pubblico resta uno scenario concreto. Il consiglio d'amministrazione della banca di Rocca Salimbeni, in attesa di un via libera formale da parte della Consob, lancia l'operazione di ricapitalizzazione ipotizzata lo stesso giorno dello stop all'ipotesi di proroga arrivato dalla Bce. Confermando l'importo, 5 miliardi, e la dead line, il 31 dicembre 2016.

La struttura del piano di rafforzamento del capitale prevede sostanzialmente due fasi: prima, la conversione dei titoli subordinati in azioni, già richiesta agli investitori istituzionali che hanno aderito per un valore intorno al miliardo, alla clientela retail; poi, in base ai risultati della conversione, si guarderà al mercato per trovare investitori disponibili a sottoscrivere la parte restante per arrivare a 5 miliardi. Sull'intera operazione pesano però ancora delle incognite. Primo, la disponibilità dei 40mila obbligazionisti a convertire i loro bond in azioni, perché potrebbero scegliere di non farlo in attesa di un azzeramento delle obbligazioni e di un successivo rimborso con l'intervento pubblico. Secondo, l'effettiva disponibilità di investitori privati con le banche, a partire da Jp Morgan e Mediobanca, che si sono sfilate dal consorzio di garanzia pur continuando a 'promuovere' la ricapitalizzazione.

In questo scenario, il piano B è già pronto. Con l'intervento pubblico a rimettere le cose a posto in caso di fallimento dell'operazione di mercato. Calendario alla mano, trascorsi cinque giorni di tempo, in caso di insuccesso anche parziale si aprirebbe l'ombrello dello Stato. Già giovedì il governo sarebbe pronto a intervenire per decreto con una ricapitalizzazione prudenziale con garanzia dello Stato. La soluzione individuata, ovviamente valida per tutte le banche e non solo per Mps, prevederebbe un fondo da 15 miliardi per sostenere gli aumenti di capitale, mentre altri 80 miliardi sotto forma di garanzie sarebbero pronti per fronteggiare crisi di liquidità e assicurare i conseguenti interventi sul mercato. In entrambi i casi, sia con l'operazione privata che con quella pubblica, si deve comunque rispettare la data del 31 dicembre entro la quale concludere la ricapitalizzazione da 5 miliardi per la banca senese.

Intanto è stato fatto un altro passo verso il risanamento di Mps. Le banche - JpMorgan, Credit Suisse, Mediobanca e Hsbc - hanno chiuso il bridge loan per la cartolarizzazione delle sofferenze della banca senese. La cifra del 'prestito ponte', secondo alcune fonti, è pari a 4,7 miliardi di euro.

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