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Borsa: lo spread annulla le buone notizie in arrivo dagli Usa

15 maggio 2019 | 18.31
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(Afp)
(Afp)

Negative per tutta la seduta, le borse europee chiudono sopra la parità. La scintilla che ha fatto ripartire gli acquisti è scattata Oltreoceano dopo la diffusione dell’indiscrezione su un possibile rinvio di sei mesi dei dazi sul comparto auto. Lieve segno meno per Piazza Affari, dove il Ftse Mib ha terminato in calo dello 0,14% a 20.863,14 punti, zavorrata dal nuovo incremento del differenziale di rendimento con i titoli tedeschi. Dopo aver toccato un picco a 291,5 punti base, lo spread ha terminato a quota 284 punti base, quasi un punto percentuale in più rispetto al dato precedente.

La risalita dello spread, favorita anche dalla contrazione del rendimento dei Bund su livelli che non si vedevano dall’autunno del 2016, è riconducibile alle tensioni relative la tenuta dei conti pubblici italiani. Dopo le dichiarazioni rese ieri dal vice-premier Salvini (“se servirà infrangere alcuni limiti del 3%, noi tiriamo dritti”), oggi il presidente Conte nel corso dell’assemblea di Rete Imprese Italia a Roma ha detto che evitare l’aumento dell’Iva “non sarà un’impresa facile”. Poco più tardi, da Frascati, Conte ha corretto il tiro, comunicando “a tutti i mercati, agli investitori istituzionali e non, a tutte le istituzioni finanziarie: non c’è assolutamente nulla di cui preoccuparsi”. “Questo governo andrà ancora avanti, arriverà a fine legislatura perché ha ancora un programma molto ambizioso da raggiungere. Lo farà tenendo i conti in ordine”, ha aggiunto.

A rassicurare gli investitori sono arrivate anche le parole del Ministro dell’Economia Giovanni Tria: “Il governo sta lavorando per raggiungere i propri obiettivi di bilancio, che sono quelli indicati nel Def, pertanto il nervosismo dei mercati che ha portato a un aumento dello spread è ingiustificato, per quanto comprensibile”.

Sul listino milanese seduta a due velocità per Fiat Chrysler che, grazie alle notizie in arrivo dagli Stati Uniti, ha terminato in rialzo dell’1,5% a 13,098 euro. +2,88% invece per Pirelli che ha presentato numeri trimestrali sostanzialmente in linea con le stime e rivisto le stime su fatturato (al ribasso) e profittabilità (al rialzo).

L’andamento dello spread ha penalizzato il comparto bancario, già fiaccato dai numeri di Abn Amro e del Credit Agricole. Intesa Sanpaolo ha chiuso con un -0,86%, Bper ha segnato un -1,75% e UniCredit un -0,67%. Per quanto riguarda queste ultime due, la prima ha precisato, per bocca dell’Ad Vandelli, di “non star guardando al dossier" Carige, mentre la seconda ha smentito le indiscrezioni circolate ieri relative un mandato agli advisor nell’ambito dell’operazione Commerzbank.

Chiusura in rialzo per A2A (+2,9%) e Ferragamo (+9,85%). Nel caso dell’utility, l’utile netto è sceso meno del previsto e il fatturato è salito a due cifre, mentre la maison del lusso ha visto il risultato trimestrale salire a 11 milioni di euro, +23,5% su un anno prima.

Tra le materie prime, incremento di un punto percentuale per il Brent a 71,94 dollari il barile e +0,4% del Wti, il petrolio statunitense, a 62,03 dollari. Nella settimana al 10 maggio gli stock di greggio statunitensi sono cresciuti di 5,4 milioni di barili. Il dato precedente aveva fatto segnare una contrazione di 4 milioni e gli analisti avevano stimato un rosso di 1,2 milioni di barili. (in collaborazione con money.it)

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