La sorella del nuovo re rischia fino a 11 anni di carcere. E’ accusata, insieme al marito, di appropriazione indebita di circa 5,8 milioni di fondi pubblici. Sei giorni fa l’incoronazione di Felipe VI
L’infanta Cristina, sorella del nuovo re di Spagna Felipe VI, sarà processata con l’accusa di frode fiscale e riciclaggio di capitali insieme al marito, Inaki Urdangarin. Lo ha deciso il tribunale di Palma di Maiorca responsabile delle indagini contro la secondogenita di Juan Carlos di Borbone.
La principessa, se giudicata colpevole, rischia fino a undici anni di carcere. Cristina era già apparsa in tribunale a febbraio - e si era trattato di una prima volta per un membro della famiglia reale - per essere interrogata nell’ambito dell’inchiesta sul cosiddetto caso Noos, che ha il marito come principale indagato. L’accusa ipotizza la malversazione e l’appropriazione indebita di circa 5,8 milioni di fondi pubblici concessi alla Fondazione Noos, per la promozione dello sport e di eventi sportivi, presieduta dal marito dell’infanta Cristina, ex campione olimpionico di pallamano.
La decisione del giudice è arrivata sei giorni dopo l’incoronazione di Felipe VI, che ha il compito di ridare smalto e credibilità alla monarchia spagnola, appannata dagli scandali che hanno coinvolto la principessa, ma anche il padre, Juan Carlos, negli ultimi mesi.