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Test del Dna svela le origini europee di un antichissimo scheletro

07 novembre 2014 | 13.51
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Nella foto, il disegno dello scheletro di Kostenki realizzato da Philip Nigst, Università di Cambridge
Nella foto, il disegno dello scheletro di Kostenki realizzato da Philip Nigst, Università di Cambridge

(Adnkronos Salute) - Un innovativo studio sul Dna di antichissimi resti fossili getta nuova luce sull'origine degli europei. Protagonista della ricerca, pubblicata su 'Science', lo scheletro e il teschio fossile di un uomo vissuto 36 mila anni fa a Kostenki, nella Russia occidentale. Il lavoro ha dimostrato che i geni dei primi esseri umani europei sono sopravvissuti all'ultima glaciazione, anzi addirittura al picco dell'ultima era glaciale.

Lo studio rivela inoltre dati più precisi su un 'mistero' che affascina i ricercatori: il momento in cui l'Homo sapiens e i Neanderthal si incrociarono, generando una prole 'mista'. Gli scienziati ora ritengono che gli eurasiatici si siano separati in almeno tre popolazioni principali prima di 36.000 anni fa: eurasiatici occidentali, asiatici orientali e una misteriosa terza stirpe; tutti i discendenti avrebbero sviluppato le caratteristiche uniche della maggior parte delle popolazioni non africane, ma questo non prima di qualche incrocio con gli uomini di Neanderthal. Lo studio diretto dal Centro GeoGenetics presso l'Università di Copenhagen, è stato condotto da un team internazionale di ricercatori, fra cui antropologi, archeologi e zoologi dell'University of Cambridge.

Incrociando il genoma completo dell'antichissimo uomo - il secondo più antico mai sequenziato, trovato sepolto in posizione fetale - con ricerche precedenti, il team ha scoperto una sorprendente "unità" genetica fra i primi esseri umani moderni in Europa, suggerendo che un 'metapopolazione' di cacciatori-raccoglitori del paleolitico riuscì a sopravvivere attraverso l'ultimo picco glaciale e a colonizzare il vecchio continente per più di 30.000 anni. Insomma, solo quando in Europa sono arrivate le popolazioni del Vicino Oriente, circa 8000 anni fa, la struttura genetica degli europei è cambiata in modo significativo.

Il genoma dell'uomo di Kostenki conteneva anche una piccola percentuale di geni di Neanderthal, e questo conferma i risultati precedenti che dimostrano l'esistenza di un periodo in cui gli uomini di Neanderthal e i primi Sapiens si incrociarono brevemente. Il nuovo studio permette agli scienziati di stimare questo 'evento' intorno a 54 mila anni fa, prima che la popolazione eurasiatica iniziasse a separarsi in tre 'stirpi'. Ciò significa che, ancora oggi, chiunque abbia una discendenza eurasiatica, ha un piccolo elemento del Dna dei Neanderthal.

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