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Ucraina, Clò: "impatto sui prezzi gas considerevole, Ue legata mani e piedi a Russia"

24 febbraio 2022 | 17.43
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Ucraina, Clò:

"L'Europa è legata mani e piedi alla Russia. Dipendiamo per circa il 40% dal gas russo ma anche per il 25% dal petrolio russo. La politica europea consapevolmente e irresponsabilmente ha fatto la scelta della Russia per quanto riguarda i suoi approvvigionamenti energetici". Ad affermarlo all'Adnkronos è il direttore della Rivista Energia, Alberto Clò commentando la situazione che si è venuta a creare dopo l'invasione russa dell'Ucraina. Un'aggressione, rileva l'economista, "che ha già un impatto considerevole sui prezzi del gas ma che ha ripercussioni anche sul petrolio che si aggira intorno ai 100 dollari al barile, anche se per il momento in misura minore".

Ora, rileva Clò, "l'offerta sembra essere in grado, anche perché stiamo uscendo dal periodo invernale, di soddisfare la domanda nonostante le bassissime scorte in Europa che si aggirono attualmente intorno al 30% rispetto alla capacità massima". Poi, osserva l'ex ministro dell'Industria, "molto dipenderà dall'andamento dei consumi che, prima o poi, inizieranno a risentire dei prezzi elevati dell'energia". Molto dipenderà anche dalle decisioni della Germania. "Se Berlino confermerà la chiusura delle tre centrali nucleari probabilmente questo determinerà un aumento dei consumi del gas e la situazione rischia di diventare critica".

Per quanto riguarda le sanzioni, l'economista spiega che "bloccare il processo di certificazione del Nord Stream 2 è come tirarsi la zappa sui piedi". Il gas, osserva, senza Nord Stream 2, la cui capacità totale è di 55 miliardi di metri cubi l’anno, "potrà sempre transitare tramite l'Ucraina attraverso Nord Stream 1 ma questo se non succede nulla alle infrastrutture di gas in ucraina. Se malauguratamente dovessero essere colpiti i tubi in Ucraina la situazione diventerebbe molto difficile", sottolinea Clò. L'economista, comunque, osserva che "nelle ultime 48 ore la Russia ha aumentato le sue forniture di gas che erano state ridotte in precedenza. Potrebbe significare che Mosca intende dimostrarsi, nonostante tutto, un fornitore affidabile". Per quanto riguarda il petrolio, sottolinea ancora Clò, "la situazione attuale sembra meno bollente ma potrebbe diventarla nei prossimi mesi".

La crisi attuale, per quanto riguarda l'andamento dei prezzi dell'energia, osserva Clò, "è simile a quella che ci fu nel 2008 con la guerra lampo in Georgia e con le repubbliche separatiste filo-russe dell'Ossezia del Sud e dell'Abcasia. Sia nel 2008 che nel 2022 i mercati sono in grandi tensioni e la scarsità dell'energia rende la politica distruttiva molto più efficace".

Per quanto riguarda le sanzioni alla Russia, l'economista osserva che "l'economia russa dipende fortemente dalle esportazioni. Le sanzioni finanziarie statunitensi alle banche e l'eventuale riduzione delle forniture del gas renderebbero la situazione economica russa non semplice sicuramente".

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