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Unicredit, al via trattative per fusione con Mps

29 luglio 2021 | 22.26
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Milano, sede Unicredit in piazza Gae Aulenti (Fotogramma)
Milano, sede Unicredit in piazza Gae Aulenti (Fotogramma)

Unicredit apre le trattative per una possibile fusione con Banca Monte dei Paschi di Siena. Il gruppo guidato da Andrea Orcel e il Ministero dell'Economia e delle Finanze, azionista di maggioranza di Mps, hanno approvato i presupposti e le condizioni per una potenziale operazione sulle attività commerciali della banca senese, attraverso la definizione di un perimetro selezionato e di misure per mitigare i rischi. E avvieranno le trattative in esclusiva per verificare la fattibilità dell’operazione. Unicredit, data da mesi come possibile pretendente di Mps, rompe quindi gli indugi, nonostante tutte le cautele per un dossier molto delicato.

Tra i principali presupposti concordati fra Unicredit e il Mef sono fondamentali la neutralità dell'operazione rispetto alla posizione di capitale del gruppo su base pro forma", un accrescimento significativo dell’utile per azione dopo aver considerato le possibili sinergie nette dell’operazione, l’esclusione di contenziosi straordinari non attinenti all’attività di ordinaria gestione bancaria e di tutti i relativi rischi legali, attuali o potenziali, l’esclusione dei crediti deteriorati, l’adeguata copertura di eventuali ulteriori rischi e l’accordo sulla gestione del personale in funzione del compendio inerente all’esercizio delle attività commerciali, al fine di assicurare un’integrazione agevole, rapida ed efficace del business nel gruppo.

"Nelle prossime settimane condurremo una due diligence dettagliata per definire la possibilità di un’operazione che rispetti le condizioni accordate. Questo ci permetterà di definire una struttura definita, termini e il perimetro della possibile operazione. Allora, e solo allora, avremo gli elementi per decidere se procedere", ha spiegato l'amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, in conference call per annunciare l'operazione. Una decisione, positiva o negativa, potrebbe essere presa già entro la prima metà di settembre.

In ogni caso, ha spiegato Orcel, "è ancora prematuro” per dire se il governo sarà azionista di Unicredit in caso di un’integrazione con Mps, “dipende da quale sarà la struttura dell’operazione.

Una potenziale operazione con la banca senese permetterebbe al gruppo di piazza Gae Aulenti di accelerare i piani di crescita organica e agevolare il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale. Mps potrebbe contribuire, in base alla definizione del perimetro dell’operazione, con circa 3,9 milioni di clienti, 80 miliardi di euro di crediti alla clientela, 87 miliardi di depositi della clientela, 62 miliardi di masse in gestione e 42 miliardi di masse in amministrazione.

L’operazione permetterebbe inoltre al gruppo di rafforzare il proprio posizionamento in Italia e in particolare nel Centro-Nord, dove si trova il 77% degli sportelli di Mps, contribuendo fra l’altro a una crescita della quota di mercato in Toscana di 17 punti percentuali, in Lombardi a e in Emilia Romagna di 4 punti percentuali e in Veneto di 8 punti percentuali. La possibile operazione porterebbe inoltre un incremento della profittabilità prospettica, preservando la posizione di capitale e migliorando la qualità dell’attivo e il profilo di rischio del gruppo su base pro forma.

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