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Vaccini, piano ministero risolve giallo sanzioni a medici /Il documento

17 ottobre 2015 | 12.46
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AFP PHOTO PHILIPPE HUGUEN - AFP
AFP PHOTO PHILIPPE HUGUEN - AFP

E' ancora una bozza che sarà valutata nei prossimi giorni dalla Conferenza Stato-Regioni, ma il testo del Piano nazionale di Prevenzione vaccinale 2016-2018, in possesso dell'Adnkronos Salute, risolve il 'giallo' sulle possibili sanzioni o addirittura delle radiazioni per i medici restii a vaccinare gli assistiti che ieri ha fatto infuriare i camici bianchi. Il caos mediatico ha richiesto il chiarimento del ministro della Salute che ha sottolineato come ogni "azione in questo senso sarà concordata con gli Ordini".

"Meraviglia osservare intorno alle esigenze di un Piano di vaccinazione così completo e articolato una polemica priva di fondamento, che crea inutili allarmismi tra i professionisti - ha affermato in una nota Ranieri Guerra, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute - Il piano non prevede sanzioni ma chiede a medici e infermieri di informare correttamente. Ogni azione attuativa del piano è previsto chiaramente che venga intrapresa con i medici, certamente non contro di loro".

"Chi dovrebbe proporre le vaccinazioni, raccomandarle ai propri assistiti, spiegarne i benefici alle famiglie, creare una cultura professionale e scientifica corretta, se non i medici? - si domanda Guerra - Ritengo che sia dannoso per la stessa professione parlare per due giorni di una cosa che non esiste. Parliamo piuttosto del drammatico calo di copertura vaccinale, le cui conseguenze tutti noi medici conosciamo bene e di cui abbiamo dibattuto in sede di formulazione del nuovo piano, a cui infatti hanno partecipato anche colleghi della pediatria territoriale e della medicina generale".

Ma cosa prevede il Piano nazionale vaccini? Nella bozza in possesso dell'Adnkronos Salute si evidenzia come per il percorso "per i vincoli normativi e l'obbligatorietà delle vaccinazioni sarà approfondito e dal nuovo piano potrà essere generata una normazione aggiornata con misure correlate, come, ad esempio, l’obbligo di certificazione dell’avvenuta effettuazione delle vaccinazioni previste dal calendario per l’ingresso scolastico".

Per quanto riguarda la possibilità di sanzioni per i medici poco inclini all'immunizzazione dei pazienti "parte integrante di questi vincoli normativi sarà anche la ricognizione continua delle possibili violazioni del supporto alla pratica vaccinale e dell’offerta attiva delle vaccinazioni da parte dei medici e del personale sanitario dipendente e convenzionato con il Servizio sanitario nazionale. Saranno concertati percorsi di audit e revisioni tra pari - riporta il documento - con la collaborazione degli ordini professionali e delle associazioni professionali e sindacali che possano portare anche all’adozione di sanzioni disciplinari o contrattuali qualora ne venga ravvisata l’opportunità". Quindi ogni tipo di ipotesi di 'multa' per il camice bianco sarà dunque concordata con le categorie dopo un confronto con il ministero.

Il costo complessivo dei vaccini inseriti nel calendario vaccinale, secondo il prezzo corrente, a regime e con il raggiungimento dei tassi di copertura presentati più avanti viene stimato intorno a 620 milioni di euro. Il Piano nazionale evidenzia che "con il principio del partenariato pubblico-privato di rilevante contenuto sociale, e in piena trasparenza, potrebbe essere rivista la cifra potrebbe essere rivista". Inoltre si prevede l'"attivazione di un fondo nazionale per i vaccini che possa co-finanziare le regioni in difficoltà oggettive a garantire, ancora una volta, l’uniformità, l’equità e l’universalità dell’offerta su scala nazionale". Inoltre al calendario attuale vengono aggiunti i vaccini contro il meningococco B, l'antipneumococco oltre i 65 anni, l'antipapilloma virus per ragazzi e ragazze undicenni.

Il fondo - si legge nel documento - potrebbe essere utilizzato anche per moltiplicare i punti di accesso al sistema, con la collaborazione, ad esempio, delle associazioni di cittadini e di professionisti, delle amministrazioni scolastiche e della grande imprenditoria. Analogamente, il fondo potrebbe garantire il progressivo inserimento della vaccinazione tra i compiti previsti nella struttura di convenzione nazionale della medicina convenzionata, sia generalistica che pediatrica di libera scelta, d’accordo con le organizzazioni sindacali del settore.

Secondo gli esperti "c'è uno scarso peso attribuito alle vaccinazioni nei Lea. La cui revisione permetterà l’inclusione aggiornata del calendario vaccinale e dei relativi indicatori di copertura nei livelli essenziali di assistenza, garantendo così il diritto del cittadino a fruire delle vaccinazioni".

Ecco gli obiettivi del Piano Nazionale della Prevenzione Vaccinale 2016-2018 sono: 1) Mantenere lo stato polio-free ; 2) Raggiungere lo stato morbillo-free e rosolia-free; 3) Garantire l’offerta attiva e gratuita delle vaccinazioni nelle fasce d’età e popolazioni a rischio indicate anche attraverso forme di revisione e di miglioramento dell’efficienza dell’approvvigionamento e della logistica del sistema vaccinale aventi come obiettivo il raggiungimento e il mantenimento delle coperture descritte più oltre; 4) Aumentare l’adesione consapevole alle vaccinazioni nella popolazione generale anche attraverso la conduzione di campagne di vaccinazione per il consolidamento della copertura vaccinale.

5) Contrastare le disuguaglianze, promuovendo interventi vaccinali nei gruppi di popolazioni marginalizzati o particolarmente vulnerabili; 6) Completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali interoperabili a livello regionale e nazionale tra di loro e con altre basi di dati (malattie infettive, eventi avversi, residente e assistiti); 7) Migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili con vaccinazione; 8) Promuovere, nella popolazione generale e nei professionisti sanitari, una cultura delle vaccinazioni coerente con i principi guida del presente Piano, descritti come '10 punti per il futuro delle vaccinazioni in Italia'.

9) Sostenere, a tutti i livelli, il senso di responsabilità degli operatori sanitari, dipendenti e convenzionati con il Servizio sanitario naizonale, e la piena adesione alle finalità di tutela della salute collettiva che si realizzano attraverso i programmi vaccinali, prevedendo adeguati interventi sanzionatori qualora sia identificato un comportamento di inadempienza; 10) Attivare un percorso di revisione e standardizzazione dei criteri per l’individuazione del nesso di causalità ai fini del riconoscimento dell’indennizzo, ai sensi della legge 210 del 1992, per i danneggiati da vaccinazione, coinvolgendo le altre istituzioni competenti (ministero della Difesa); 11) Favorire, attraverso una collaborazione tra le istituzioni nazionali e le società scientifiche, la ricerca e l’informazione scientifica indipendente sui vaccini.

Il Piano nazionale di Prevenzione vaccinale 2016-2018 ricorda anche i risultati di alcuni studi che evidenziano i vantaggi economici delle vaccinazioni e i costi della non prevenzione: ogni dollaro speso nella vaccinazione infantile genere 3 dollari di risparmio nella prospettiva del Servizio sanitario nazionale (Ssn) e 10 in quella della società; 1 euro speso per la vaccinazione può liberare a 24 euro reinvestibili in assistenza clinica per chi si ammala; La copertura del 75% del vaccino antinfluenzale nei paesi dell’Unione europea eviterebbe 72,6 milioni di euro di costi diretti e 112 milioni di costi indiretti.

Per l'Italia è stato calcolato che, vaccinando tutti i cittadini tra i 50 e i 64 anni contro l’influenza, con un investimento massimo di 76 milioni di euro ci sarebbe un risparmio per il Ssn pari a 746 milioni di euro, con un rapporto costo-beneficio di 1 a 1024. Nel 2002-2003, l'epidemia italiana di morbillo, a fronte di circa 20 mila casi, ha portato a un costo di 22 milioni di euro.

L’impatto annuale clinico ed economico della patologia pneumococcica tra gli adulti statunitensi di età superiore ai 50 anni è di circa 3,7 miliardi di dollari di costi diretti totali. Il White Book pubblicato dalla European Respiratory Society stima che i costi economici della polmonite nei 51 paesi della regione europea dell’Oms sono superiori ai 10 miliardi di euro, con i costi legati alla gestione ospedaliera valutabili intorno a 6 miliardi di euro l'anno. In conclusione, è stato dimostrato che per ogni euro investito in vaccini lo Stato ricava almeno 4 euro per effetto di costi evitati e vantaggi per la fiscalità.

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