''Mi si è gelato il sangue. La vita ha un valore così importante che solo chi ci è passato, chi ha vissuto una disgrazia come la nostra, può capire. Penso solo al ragazzo che ha perso la vita e alla sua famiglia, per loro il cammino da oggi in avanti sarà un calvario, è un dolore indicibile''. Così Cristiano Sandri, fratello di Gabriele, il tifoso laziale ucciso l'11 novembre 2007 in una stazione di servizio da un proiettile sparato dall'agente di polizia Luigi Spaccarotella, commenta la morte del tifoso interista investito ieri da un van di tifosi napoletani a Milano prima della partita Inter-Napoli. ''Ora si scatenerà una ridda di luoghi comuni - dice all'Adnkronos - poi su questa morte calerà il silenzio e non si parlerà più di iniziative culturali, di educazione nelle scuole ma tutti saranno di nuovo solo attenti a profitti, calcio mercato e sponsor''. Sandri critica la scelta di non fermare il Campionato. ''Io lo avrei fermato per rispetto della morte di un ragazzo e del dolore di una famiglia''.
''Si muore ancora per una partita di calcio perché c'è gente che non dovrebbe andare allo stadio'', aggiunge poi all'Adnkronos Giorgio Sandri, papà di Gabriele. ''In questo momento l'unica cosa che mi sento di dire è quella di fare le condoglianze alla famiglia, sono giorni di dolore''.