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L'appello del Papa: "Sulla disoccupazione non rimanere con le mani incrociate"

23 aprile 2014 | 12.16
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L'appello del Papa:

Città del Vaticano, 23 apr. - (Adnkronos/Ign) - ''Aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate!''. E' questo l'appello che Papa Francesco, partendo dal caso specifico degli operai in lotta contro la chiusura dell'altoforno Lucchini a Piombino, rivolge a tutti i responsabili, in riferimento alla ''disoccupazione a causa dello spreco e della crisi economica''.

''Ho ricevuto un video-appello da parte degli operai di Piombino inviatomi prima della chiusura dell'altoforno, che mi ha davvero commosso: sono rimasto triste'', afferma Papa Francesco, al termine dell'udienza generale in piazza San Pietro. ''Cari operai e cari fratelli -prosegue- sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza e preoccupazione da padri di famiglia che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter custodire, nutrire ed educare i propri figli''. A loro, il Papa assicura la sua ''vicinanza e preghiera''. E a tutti i responsabili "chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e di generosità per riaccendere la speranza nel cuore di questi nostri fratelli e nel cuore di tutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica".

Ai fedeli che gremiscono piazza San Pietro, nonostante la giornata piovosa a Roma, per l'udienza generale, papa Francesco chiede di ripetere ad alta voce la domanda che nel Vangelo gli angeli pongono alle donne che si stanno recando al Sepolcro, dal quale Gesù è già risorto: ''Perché cercate fra i morti Colui che è vivo?''. Una domanda che dobbiamo porci, spiega Bergoglio, "quando ci chiudiamo in una qualsiasi forma di egoismo o di autocompiacimento, quando ci lasciamo sedurre dai poteri terreni e dalle cose di questo mondo dimenticando Dio e il prossimo, quando poniamo le nostre speranze in vanità mondane, nel denaro, nel successo''.

Gesù è vivo ed è tra noi, afferma il Pontefice evidenziando che "Lui sarà sempre vicino a noi per correggere la rotta se noi abbiamo sbagliato, se ci siamo chiusi in noi stessi dopo un fallimento, se non abbiamo più la forza di pregare, se ci sentiamo soli e abbandonati dagli amici e anche da Dio, se abbiamo perso la speranza o ci sentiamo imprigionati dai nostri peccati''.

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