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Expo: malattie da cibo per 17 mln italiani, Manifesto detta 10 sfide

04 giugno 2015 | 13.57
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Con un costo sanitario non inferiore ai 30 miliardi di euro all'anno di cui circa 2,5 mld associati a sovrappeso e obesità, al netto della spesa ospedaliera

Expo: malattie da cibo per 17 mln italiani, Manifesto detta 10 sfide

Troppo cibo, troppo poco o scelto in modo sbagliato. E ancora diabete, disturbi del comportamento alimentare e intossicazioni. Le malattie legate a problematiche nutrizionali sono una galassia abitata da 17 milioni di italiani, con un costo sanitario non inferiore ai 30 miliardi di euro all'anno di cui circa 2,5 mld associati a sovrappeso e obesità, al netto della spesa ospedaliera. Un'emergenza medica ed economica in crescita, che senza azioni mirate e tempestive rischia di trasformarsi presto in un "boomerang sociale". A lanciare il monito è Lucio Lucchin, past president dell'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica (Adi) che oggi, nella Milano di Expo 2015, presenta un Manifesto in cui medici, scienziati, università e pazienti individuano le 10 sfide da vincere per scongiurare il tilt del sistema.

Il 'Manifesto delle criticità in nutrizione clinica e preventiva per il quadriennio 2015-2018' è un rapporto in una trentina di pagine elaborato e sottoscritto da 19 società scientifiche, 12 atenei, 6 Fondazioni e centri di ricerca e 5 associazioni di cittadini e pazienti, con il patrocinio di Padiglione Italia.

Una maxi-alleanza multidisciplinare, perché "il superamento collegiale di diffidenze e particolarismi - avverte Lucchin, padre dell'iniziativa - è l'unico strumento per creare la giusta pressione socio-culturale al cambiamento" che dovrebbe cominciare da un maggior investimento in prevenzione: "In Italia è pari a circa il 4,2% della spesa sanitaria (Agenas 2013), a fronte del 5% stabilito nel Patto della Salute 2010-2012", sottolinea Elena Alonzo della Società italiana di igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti). Eppure "uno studio Ocse ha dimostrato che un aumento dell'1% della spesa in prevenzione riduce quella sanitaria del 3%".

L'esperta evidenzia in particolare "le difficoltà crescenti dei Servizi di igiene degli alimenti e nutrizione (Sian) e dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl", alle prese con una "progressiva riduzione di organici e risorse: sul 4,2% della spesa sanitaria investito in prevenzione, solo il 7% va ai Sian". Per gli addetti ai lavori, insomma, "è incomprensibile l'assenza di un adeguato investimento strategico in nutrizione clinica e preventiva nell'ambito della politica sanitaria nazionale. Continuare a rimandare la pianificazione strutturale e organizzativa in questo settore - incalza Lucchin - potrebbe rivelarsi nel giro di pochi decenni un boomerang per la società italiana".

Sovrappeso-obesità; diabete di tipo 2; malnutrizione calorico-proteica; sarcopenia; disturbi della nutrizione e dell'alimentazione; nutrizione artificiale domiciliare; comportamenti nutrizionali a rischio; tossinfezioni alimentari; carenze nutrizionali; nutraceutica. Sono queste le 10 criticità individuate nel Manifesto che si propone da un lato di informare e far riflettere cittadini e opinione pubblica sulle malattie 'da cibo', dall'altro di scuotere le Istituzioni sollecitandole all'azione e indicando loro la strada da percorrere.

Bisogna fare di più, ma non solo in Italia: "Le politiche d'intervento attivate nei vari Paesi - si rileva nel rapporto - dimostrano ancora impostazioni fortemente settoriali e in parte condizionate da interessi economico-finanziari". Basti pensare che "il 70% di quanto si trova nel piatto a livello globale è prodotto da 10 multinazionali".

"Nel Manifesto - spiega Lucchin - abbiamo fatto una miscellanea di proposte sostenibili di intervento dal punto di vista dell'informazione, della comunicazione, dell'educazione, del welfare, della cultura e dell'eco-sostenibilità". Nel 'timetable' tracciato dal network vengono indicate 6 priorità su cui iniziare a concentrarsi: "Inserire la nutrizione clinica nei piani formativi del medico; risolvere la confusione di ruoli e competenze tra le tante, troppe, figure professionali che offrono prestazioni in ambito nutrizionale; migliorare l'insufficiente integrazione ambiente-salute; migliorare l'organizzazione strutturale pubblica in nutrizione clinica e preventiva; rendere l'educazione alimentare vincolante nei piani formativi scolastici; creare una task force di specialisti del settore che contrasti l'emissione di messaggi scorretti e fuorvianti sui media".

"Se nutrire l'individuo è lo scopo principale del cibo - osserva ancora Lucchin - dovrebbero essere chiaramente definite e pubblicizzate le priorità e le emergenze nutrizionali da affrontare su scala nazionale per rendere efficaci i modelli d'intervento, sia preventivo e terapeutico che di pianificazione agro-alimentare". Un punto, quest'ultimo, su cui pone l'accento anche Giuseppe Bertoni, presidente dell'Associazione ricercatori nutrizione alimenti (Arna): "Non basta - precisa - parlare degli effetti dell'alimentazione sulla salute e dei fattori psico-fisici che guidano l'assunzione di cibo. Bisogna discutere anche di ciò che condiziona la disponibilità e le specifiche caratteristiche dei singoli alimenti, base per una dieta corretta".

Prosegue l'esperto: "la filiera del cibo può essere gestita in modo da portare alle tavole - più o meno ricche - alimenti in grado di soddisfare le legittime esigenze culturali, edonistiche e legate alla tradizione, ma senza trascurare quelle essenziali di tipo nutrizionale, la sicurezza igienico-sanitaria, la sostenibilità ambientale e il prezzo. Un obiettivo al quale devono lavorare insieme tutti gli attori del sistema". Cruciale, fra questi, il ruolo dell'accademia: "Molti atenei sono certamente pronti a 'curare' - riflette Maurizio Battino dell'università Politecnica delle Marche - ma la strategia vincente a medio e lungo termine nascerà soprattutto dalla capacità di formare professionisti della salute e della produzione alimentare attenti, motivati e in grado di affrontare con elevata preparazione e professionalità" le sfide del settore.

"Padiglione Italia - conclude l'advisor scientifico Enzo Grossi - è orgoglioso di aver patrocinato e promosso la costituzione di un gruppo di lavoro così importante come quello che ha dato vita al Manifesto. Nel documento non ci si è limitati ad elencare problemi, ma abbiamo presentato una serie di proposte di intervento sostenibili grazie al coordinamento straordinario tra medici, scienziati, associazioni e accademici, messo in campo per la prima volta in Italia". Il Manifesto, illustrato oggi alla stampa e già pubblicato su 'Recenti progressi in medicina', sbarcherà ufficialmente all'Expo l'8 agosto con il convegno 'Manifestare la nutrizione' (Padiglione Italia, ore 13.30). Schematizzato in versione mini-poster, il documento con i consigli pratici degli esperti verrà diffuso ai cittadini attraverso ambulatori medici, farmacie e uffici pubblici.

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