Milano, 28 mar. (Adnkronos Salute) - Dalla peste bubbonica alla pandemia di influenza Spagnola, fino all'epidemia di Aids. Virus e batteri hanno segnato nei secoli la storia dell'uomo, anche decidendo l'esito di guerre o decretando i destini di intere popolazione. Una battaglia senza fine che ha lasciato le sue tracce nel Dna. A seguire le 'impronte' dell'eterna lotta fra l'uomo e le infezioni è uno studio italiano sull'evoluzione della risposta immunitaria, pubblicato su 'Plos Genetics' e frutto della collaborazione tra gli Irccs 'Eugenio Medea' di Bosisio Parini (Lecco) e Fondazione Don Gnocchi, università degli Studi e università Bicocca di Milano.
Le infezioni - ricordano gli autori - hanno rappresentato un'importante pressione selettiva, agendo come un 'setaccio' che ha permesso di sopravvivere e riprodursi solo a chi fosse geneticamente meglio 'equipaggiato' per farvi fronte. Il punto di partenza dello studio è che questa selezione naturale lascia delle 'orme', che possono essere identificate attraverso metodiche di evoluzione molecolare. Individuare queste tracce significa comprendere quali geni e varianti sono stati selezionati per rispondere meglio a una o più infezioni. I ricercatori hanno quindi cercato le impronte lasciate dalla selezione naturale in geni che cooperano a un processo noto come 'presentazione dell'antigene': in sostanza la fase iniziale della risposta immune, il meccanismo che ci protegge dalle infezioni stesse.
"La storia della nostra specie è scritta anche nel nostro genoma - sottolineano gli scienziati - Saperla leggere può aiutarci a comprendere come abbiamo combattuto i nostri peggiori nemici, chi sia oggi più vulnerabile ad alcune malattie e quali siano i migliori bersagli molecolari per lo sviluppo di nuove terapie". (segue)