Sarà battuto il 26 giugno con stima di 150.000 euro. L’autografo di una delle più famose poesie italiane, riemerso recentemente da un archivio privato a Macerata, verrà prima esposto per la prima volta al pubblico in una mostra a Palazzo Odescalchi a Roma
Prima in mostra a Roma, per la prima volta visibile al pubblico, poi all’asta. Il manoscritto dell’Infinito di Giacomo Leopardi (1798-1837), riemerso recentemente da un archivio privato in provincia di Macerata, verrà battuto dalla casa Minerva Auctions di Roma giovedì 26 giugno con una stima iniziale di 150.000 euro.
Prima di finire nelle mani di qualche collezionista però il manoscritto, ha annunciato Fabio Massimo Bertolo, auction manager, sarà in mostra a Palazzo Odescalchi dal 20 al 26 giugno. Si tratta del terzo testimone, del tutto sconosciuto sino al momento della scoperta, dell’idillio del poeta di Recanati. Gli altri due ben noti sono quelli di Napoli e di Visso: e proprio quello partenopeo sembra fortemente imparentato con quello che andrà in asta.
Si tratta di una copia direttamente realizzata da Leopardi nel 1821-22 circa, in prossimità del viaggio a Roma, da lasciare a Recanati come copia di lavoro nel caso in cui fosse successo qualcosa al quadernetto degli Idilli, che portò con sé nella capitale. Una riscrittura fedele, incluse le varianti e le correzioni apportate al testo base, che testimonia una straordinaria e per certi versi poco nota attenzione di Leopardi alla stratificazione del testo.
L’accurata analisi grafologica condotta dall’equipe di Marcello Andria, curatore per diversi decenni delle carte leopardiane della Biblioteca Nazionale di Napoli e dunque la massima autorità in materia, non lascia dubbi: la sua dettagliata indagine arriva a concludere che la mano è senz’altro quella di Giacomo per grafia, inchiostro e carta usata. Uno studio scientifico sulla scoperta comparirà sulla rivista “Rassegna della Letteratura Italiana”, a firma della professoressa Laura Melosi, titolare della Cattedra Giacomo Leopardi dell’Università di Macerata e membro del Comitato scientifico del Centro nazionale di studi leopardiani di Recanati.