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Poletti: "Sui giovani ho sbagliato ma minacce e insulti allarmano"

10 gennaio 2017 | 17.38
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Giuliano Poletti  (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
Giuliano Poletti (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Sui giovani che vanno all'estero "ho sbagliato" ma "la campagna di insulti e minacce sui social media" che ha coinvolto anche mia moglie e mio figlio "non trova alcuna giustificazione e allarmano per il clima di tensione che nulla a che vedere con le critiche e le contestazioni anche aspre che si mantengano nell'ambito di una contestazione civile e rispettosa". Così il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nell'informativa al Senato sulle sue dichiarazioni del 19 dicembre scorso relative ai giovani che lasciano l'Italia per inseguire i loro obiettivi.

"Ho sostenuto che questi non sono i migliori e che quelli che restano non hanno per questo meno competenza e qualità degli altri. Ho aggiunto a questa opinione, che considero legittima e non offensiva, un inciso sbagliato e tale da generare l'idea di una mia insensibilità nei confronti di quei ragazzi che cercano una prospettiva lontana dall'Italia. Constatato il mio errore mi sono subito scusato perché lontano dal mio pensiero, dalla mia storia personale a dai miei modi di agire", ricostruisce ancora Poletti.

Ma "insieme a una comprensibile e giustificata polemica politica, sui social media si è scatenata una campagna di insulti e minacce che - ha ricordato il ministro - non solo ha coinvolto me ma anche mia moglie e mio figlio".

"Ringrazio tutti quelli che hanno espresso solidarietà per questi episodi che al di là del disagio non trovano alcuna giustificazione e allarmano per il clima di tensione e che nulla hanno a che vedere con critiche e contestazioni anche aspre che si mantengano nell'ambito di una contestazione civile e rispettoso", prosegue.

"Ho risposto in modo sbagliato contrapponendo gli sforzi e l'impegno di questi ragazzi che restano in Italia a quelli dei loro coetanei che scelgono un altro Paese per costruire un loro futuro", ribadisce ancora il ministro che sottolinea anche il fatto di aver comunque "rettificato" il suo pensiero, sempre conversando con i giornalisti già nel corso di quel 19 dicembre 2016. Il rapporto giovani mercato del lavoro, comunque, resta al centro dell'attenzione del governo che in questi anni, elenca Poletti, ha agito per contrastare gli effetti pesanti innescati dalla grande crisi del 2008.

"Sappiamo tutti che le prospettive di lavoro dei giovani in Italia sono state fortemente compromesse dalla grande crisi del 2008: all'inizio 2008 i giovani disoccupati erano 400 mila a marzo 2014 il picco era a quota 707mila", ricorda. Ma a novembre 2016 i giovani disoccupati sono scesi a 627mila, aggiunge. "La disoccupazione giovanile resta comunque a livelli preoccupanti ma da marzo 2014 a novembre scorso è diminuita di 3,5 punti".

Anche la riforma delle pensioni targata Fornero nel 2011 ha avuto il suo peso negativo sui giovani: "Ha fortemente innalzato l'età di pensionamento", così come non ha aiutato "la lontananza del nostro sistema di istruzione dal mondo del lavoro e dell'impresa", prosegue ricordando i provvedimenti del Governo, da Garanzia Giovani, all'alternanza tra scuola e lavoro, all'apprendistato fino alle nuove norme sul prestito pensionistico che "aumenta le opportunità di ingresso nel mercato del lavoro dei giovani".

Infine, "in relazione alle prime evidenze registrate dal monitoraggio sui voucher, il governo considera necessaria la revisione di questo strumento per riportarlo all'origine di una copertura dei lavori occasionali per portarli fuori dal lavoro nero" dice Poletti, annunciando al Senato il prossimo provvedimento del governo sui buoni per il lavoro accessorio.

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