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Gros-Pietro (Intesa Sp): "Da Brexit rischi recessivi, governi e Ue traccino percorso chiaro"

28 giugno 2016 | 17.17
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Gros-Pietro (Intesa Sp):

I mercati e gli investitori hanno bisogno di certezze dopo la vittoria della Brexit al referendum in Gran Bretagna. Per questo i governi europei e la Commissione Ue devono tracciare un percorso chiaro e affidabile per gestire la transizione e l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. Altrimenti il rischio, oltre a provocare scossoni sui mercati finanziari, è di alimentare i dubbi degli investitori, ritardare gli investimenti nell'economia reale e instaurare le condizioni per una nuova recessione economica. Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, indica la via da seguire dopo il voto favorevole all'uscita della Gran Bretagna dalla Ue, che sta provocando forti tensioni sulle borse mondiali, a scapito in particolare dei titoli delle banche.

Gli istituti di credito italiani, però, spiega Gros-Pietro intervistato dall'AdnKronos, non hanno bisogno di una nuova protezione o di uno scudo salvabanche. Bisogna invece accelerare sul processo di smobilizzo dei crediti deteriorati, che pesano sui loro bilanci e rallentano l'erogazione di nuovo credito. Il voto per la Brexit nel referendum consultivo ha aperto una fase di incertezza, con l'effettiva uscita del Paese dalla Ue che verrà sancita solo da un voto del Parlamento britannico, "evento che non sembra che si produrrà molto rapidamente", sottolinea Gros-Pietro. Ora, però, "è compito dei governi nazionali come anche della Commissione Ue di eliminare questa incertezza e di gestire la transizione in modo intelligibile per il mercato".

I mercati, continua Gros-Pietro, "hanno bisogno di sapere in quali condizioni opereranno gli investimenti che vanno a fare, altrimenti gli investimenti non li fanno e si riproduce un clima di recessione". In questo senso l'Italia sembra relativamente al riparo dalla Brexit. "L'economia italiana non ha una dipendenza importante rispetto al Regno Unito e tra i Paesi Ue è uno di quelli che soffrirà di meno. Ovviamente l'eventuale uscita del Regno Unito dalla Ue non può che avere un effetto depressivo sul reddito".

A caldo la reazione dei mercati è stato pesante, con crolli dei listini azionari europei e mondiali e dei titoli delle banche in particolare. Il problema, sottolinea il presidente di Intesa Sanpaolo, "non è la reazione dei mercati. Gli speculatori fanno il loro mestiere. Il problema è l'economia reale e per questo è importante che le autorità traccino una via facilmente prevedibile, nell'ambito della quale gli operatori capiscano quale investimenti conviene fare e in quali condizioni questi investimenti opereranno". Anzi, continua, "credo che dal referendum britannico possa giungere uno stimolo a cambiare la politica economica della Ue e a portare maggiore attenzione sugli aspetti reali dell'economia".

Gros-Pietro nega la necessità per gli istituti di credito italiani di un nuovo scudo salvabanche, allo studio del governo, che intervenga in caso di turbolenze sui mercati. "Credo che le banche italiane in generale non abbiano bisogno di protezione. Sono fra le più solide dell'Unione europea". Quello che sarebbe utile, invece, è "accelerare lo smobilizzo dei crediti deteriorati, che effettivamente pesano sul bilancio delle banche e rallentano la possibilità di fare nuovi crediti", spiega. Una volta che "questo elemento sia stato ricondotto al suo reale peso, non c'è più problema per le banche italiane".

In ogni caso il problema dei crediti deteriorati non va risolto "attraverso la loro svendita, perché dietro ogni credito deteriorato c'è un debitore, che molto spesso è un'impresa, e che ha bisogno di essere messo in condizione di funzionare". Quello che serve non è "svalutare i crediti e rottamare le imprese", ma "rimettere l'impresa in grado di funzionare e di ripagare i suoi debiti". In questo senso le risorse a disposizione del fondo Atlante, di cui Intesa Sanpaolo è uno dei maggiori contributori, sono sufficienti per ridurre il peso degli npl. "Atlante -conclude Gros-Pietro- ha in serbo un'importante capacità moltiplicativa, può attivare veicoli che raccolgano altro capitale sul mercato, proprio per comperare pacchetti selezionati e omogenei di crediti problematici".

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