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Usa: schiaffo ad Obama per Tpp, silenzio di Hillary e vittoria di Warren/Adnkronos

La candidata democratica non si sbilancia a sostegno dell'accordo commerciale per non perdere terreno con l'elettorato liberal e nei confronti della senatrice del Massachussets, sua possibile avversaria nella primarie, che guida la rivolta contro il trattato considerato un pericolo per i posti di lavoro Usa

 - INFOPHOTO
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13 maggio 2015 | 15.44
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Alla rivolta contro Barack Obama dei senatori democratici, che hanno bloccato la misura che gli avrebbe concesso il 'fast track' nella finalizzazione ed approvazione della Trans-Pacific Partnership, il mastodontico accordo commerciale con i paesi dell'Asia Pacifico, Hillary Clinton sta rispondendo con un imbarazzato, ed alquanto assordante, silenzio. Impegnata a guadagnare terreno con l'elettorato liberal - che è stato cruciale per le due vittorie di Obama, e non è entusiasta della nuova candidatura dell'ex first lady - la candidata democratica quindi sta tenendo un cauto basso profilo, senza sbilanciarsi a sostegno del presidente e di un accordo il cui negoziato è stato da lei stessa avviato ai tempi in cui era segretario di Stato.

Tanto più che nella faida interna tra presidente e democratici - che si fanno voce delle preoccupazioni espresse da sindacati e organizzazioni di base nei confronti di un accordo considerato tutto in favore delle multinazionali e non dei lavoratori, e dell'ambiente - ad aggiudicarsi il primo round è stata Elizabeth Warren, l'economista anti-Wall Street ora senatrice del Massachussets che molti vorrebbero avversaria di Hillary nelle primarie.

La senatrice continua a negare di volersi candidare alla Casa Bianca, e Clinton in questi mesi, forse per scongiurare il pericolo, ha adottato una strategia di avvicinamento politico ed effettivo alla collega liberal, con la quale ha avuto diversi incontri privati per consultarsi sull'agenda. E ne ha anche tessuto le lodi, scrivendo il ritratto della Warren inserita nella lista dei "100 Most Influental People".

Così nelle settimane di accanito dibattito che ha proceduto il voto di ieri, Clinton ha mantenuto il basso profilo, limitandosi a dichiarazioni caute e generiche, affermando per esempio che "qualsiasi accordo commerciale deve produrre posti di lavoro e aumenti salariali, oltre che ha far crescere prosperità e sicurezza" durante un comizio in New Hampshire. Parole e toni ben lontani dall'entusiasmo che esprimeva nel 2011: "la nostra speranza è che gli alti standard dell'accordo Tpp possano servire come basi per accordi futuri", scriveva l'allora segretario di Stato su Foreign Policy.

L'atteggiamo della candidata democratica però rischia di scontentare un po' tutti dal momento che, "considerato come siano note le sue posizioni sull'accordo, il suo silenzio è una sorta d'insulto all'intelligenza degli elettori", scrive oggi in un editoriale il Washington Post, sottolineando che è "ora che la signora Clinton abbandoni la cautela politica e difenda quello che così recentemente a sostenuto". E soprattutto eviti di "abbandonare un presidente che ha servito" e che ora appare in evidente difficoltà.

In effetti nello scontro tra Obama e i senatori democratici, con Warren in testa, vi è però una nota positiva per Hillary, dal momento che si rischia il divorzio politico tra le due grandi star create dal movimento di base liberal, appunto il presidente e la senatrice, che in molti considerano una più credibile erede politica di Obama della Clinton. Una convinzione che, secondo alcune indiscrezioni della stampa americana, nei mesi scorsi avrebbe nutrito lo stesso presidente.

La sintonia politica tra Obama e la sua ex consigliera economica, ispiratrice della riforma di Wall Street che impone restrizioni alle banche e maggiori protezioni per i consumatori, appare in questi giorni una cosa lontana. "Su molte cose io e lei siamo profondamente d'accordo, ma su questa, però, i suoi argomenti non reggono", ha detto Obama in una recente intervista, affermando poi che la Warren "si sbaglia".

Da parte sua, la democratica continua ad apparire in tv per accusare il presidente di non aver permesso ai senatori di leggere la bozza dell'accordo prima di votare: "ci chiede di votare per velocizzare un accordo che è stato in gran parte già negoziato, ma rimane segreto".

L'acceso scontro tra spiazzando la base liberal che non gradisce il fatto che il presidente, per raggiungere l'obiettivo finale, parla regolarmente con il leader Gop del Senato per concordare la strategia da seguire. "Il presidente Obama non ha mai attaccato il leader repubblicano Mitch McConnell come sta attaccando Elizabeth Warren", affermano dalla Progressive Change Campaign Community, gruppo che vorrebbe la senatrice del Massachussets in pista per la Casa Bianca.

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