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Coronavirus, Vaia (Spallanzani): "Colpisce anche il cuore"a (Spallanzani), 'colpisce anche il cuore'

19 aprile 2020 | 12.23
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Il direttore sanitario dell’Istituto romano specializzato in malattie infettive parla dello studio condotto in collaborazione con Franca Del Nonno, responsabile di Anatomia patologica, e Nicola Petrosillo, direttore del Dipartimento clinico

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)

"Da quello che abbiamo potuto riscontrare finora dagli esami autoptici condotti allo Spallanzani, le vittime di Covid-19 muoiono per scompenso cardiorespiratorio". A parlare sul 'Corriere della Sera' dello studio condotto in collaborazione con Franca Del Nonno, responsabile di Anatomia patologica, e Nicola Petrosillo, direttore del Dipartimento clinico, è Francesco Vaia, direttore sanitario dell’Istituto Spallanzani, specializzato in malattie infettive.

"Tutti i pazienti - spiega - presentano una polmonite bilaterale interstiziale associata ad una vasculite, ovvero una forte infiammazione dei vasi sanguigni. Inoltre sia il cuore che i polmoni vanno in fibrosi. Che vuol dire che si ispessiscono e si affaticano fino a che non reggono più". Ed è per questo che molti parlano dell’utilità di una terapia con l’eparina, concorda l'esperto. "Ma voglio innanzitutto ricordare una cosa - precisa - che questo è un virus che stiamo studiando adesso e che la cosa importante è che le persone guariscano. Comunque all’inizio, con i primi pazienti che ci siamo trovati a trattare, ovvero i due turisti cinesi di Wuhan, abbiamo usato degli antivirali combinati e l’azitromicina che è un antibiotico, ma lo abbiamo utilizzato per la sua azione antinfiammatoria. Su chi è ricoverato in terapia intensiva è invece molto efficace" l'antivirale "remdesivir".

Successivamente, "abbiamo notato che la forte infiammazione che questo virus scatena produce interferone e interleuchina, che attivano i sistemi coagulativi. Per questo abbiamo introdotto dei farmaci che sono ora alla sperimentazione dell’Aifa: il tocilizumab e sarilumab. Sono medicinali anti-artrite. I primi dati empirici sono favorevoli, ma serve approfondire. Ora, sui pazienti ricoverati procediamo anche così. La vera novità è quello che si sta facendo sul territorio, ovvero sui pazienti positivi in isolamento domiciliare. E su cui la direzione dello Spallanzani sta portando avanti uno studio. Stiamo cioé sperimentando l’uso di clorochina e idrossiclorochina, che sono antivirali e al tempo stesso antinfiammatori. Uno studio che finora sembra dare risultati promettenti. Ma che va monitorato perché sembra che possa dare effetti collaterali".

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