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Tumori: le 'donne di Veronesi' si raccontano, omaggio di Ozpetek e Verdone

07 maggio 2014 | 17.15
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Milano, 7 mag. (Adnkronos Salute) - Festeggiare i 20 anni dell'Istituto europeo di oncologia di Milano, "dedicandosi all'ascolto dei pazienti che resteranno sempre al centro. Perché ascoltare è parte della cura. Quindi sentitevi libere di esprimervi con pacifismo". E' il messaggio dell'oncologo Umberto Veronesi ad accogliere questa mattina le pazienti operate al seno nell'Irccs di via Ripamonti. Le 'donne di Veronesi', che come ogni anno si riuniscono nel capoluogo lombardo per condividere emozioni ed esperienze, nella cornice dell'evento 'Ieo per le donne'. Lo scienziato, anima dell'Ieo, per la prima volta ha mancato l'appuntamento: "Un inconveniente fisico non mi permette di essere lì con voi", spiega nel messaggio letto dalla senologa e scrittrice, Maria Giovanna Luini.

Ospite d'onore della giornata il regista Ferzan Ozpetek, amico dell'oncologo, reduce dalla sua ultima fatica: 'Allacciate le cinture', un film che, spiega l'artista, affronta il tema del tumore al seno, ma "non parla di cancro, piuttosto di una storia d'amore". Un intervento, il suo, seguito dalla 'video-sorpresa' di un altro regista, il romano Carlo Verdone, che ha voluto lanciare un messaggio di incoraggiamento alle donne Ieo. Ozpetek, una vita circondato da donne: "Non ho avuto un papà fino all'età di 7 anni. Sono cresciuto in una casa al femminile: mamma, nonna, zia, sorella e due donne di servizio. Mi mancava la figura paterna, ritrovata più in là, ma crescendo ho capito che un uomo, e in particolare un regista, quando ha un lato femminile forte, ha qualcosa in più".

Ozpetek che si inventa "mille malattie" tutti i giorni ("per questo amo medici", ironizza), racconta la genesi del suo film. "Otto anni fa una mia amica stava tanto male, per una malattia devastante, molto forte. Ho deciso di organizzare una cena, anche con Veronesi, e altre 40 persone, volevo farla sorridere. Si chiacchierava e le ho chiesto come andasse con il marito, se ci fosse ancora intimità e desiderio. Lei mi ha detto di sì. Li ho guardati, ho pensato che dovevo scrivere una storia d'amore come questa. Un vero amore il loro, quello che supera la fisicità, anche quando interviene una malattia che trasforma il proprio compagno di vita". (segue)

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