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Edilizia: Legambiente presenta dossier 'Basta case colabrodo'

15 febbraio 2016 | 13.55
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Edilizia: Legambiente presenta dossier 'Basta case colabrodo'

"Basta case colabrodo". In occasione dell'undicesimo anniversario dell'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, Legambiente presenta il dossier sui consumi energetici e gli sprechi negli edifici in cui viviamo. Il consumo di fonti fossili per il riscaldamento è infatti responsabile di una quota rilevantissima dell'inquinamento delle città italiane e della produzione di gas serra, ed è quindi un settore chiave sul quale intervenire per diminuire le concentrazioni di smog nell’aria.

Ma tagliare la spesa energetica può incidere positivamente anche sulle tasche oltreché sulla qualità della vita dei cittadini. Secondo Legambiente infatti per il riscaldamento e il raffrescamento delle abitazioni ogni famiglia spende tra i 1500 e i 2000 euro all'anno. Eppure, questa spesa può essere ridotta fino al 50% con interventi di efficienza energetica negli edifici e con impianti che possono rendere più confortevoli sia d’inverno che d’estate le case in cui viviamo.

"Nonostante le norme in vigore obblighino a rendere trasparenti le informazioni sui consumi per il riscaldamento e raffrescamento delle abitazioni, in gran parte del Paese - denuncia il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini - queste informazioni sono negate o addirittura false, per cui continuiamo a vivere in case colabrodo e senza poter sperare in alcuna opera di riqualificazione in tempi brevi visti i ritardi dei programmi di incentivo".

L'Italia, ricorda infatti Legambinete, ha accumulato enormi ritardi nel recepire le Direttive europee sull’efficienza energetica in edilizia. Sono stati infatti numerosi i richiami dell’Ue sul recepimento della Direttiva 2002/91, fino ad arrivare all’apertura di una procedura di infrazione e al deferimento alla Corte di Giustizia europea nel 2012.

Non solo. Altri strumenti che dovevano spingere la riqualificazione sono fermi: il Dl sull’efficienza energetica che prevedeva l’istituzione del Fondo per l'Efficienza Energetica è stato approvato da 592 giorni ma il fondo non è ancora accessibile e le risorse stanziate per il 2014 e il 2015 sono andate sprecate.

Stessa sorte, ricorda l'associazione ambientalista, per il programma di miglioramento delle prestazioni degli edifici pubblici e privati e per il piano di informazione e formazione sull’efficienza energetica, la cui predisposizione è stata assegnata all'Enea. Mentre, solo in questi giorni si è finalmente sbloccata la situazione del Conto Termico, ossia gli incentivi per gli interventi di efficienza energetica che riguardano anche il patrimonio edilizio.

Alle Regioni sono affidati compiti fondamentali dalle Direttive Ue in materia di efficienza energetica: devono garantire controlli indipendenti e sanzioni sulle certificazioni energetiche degli edifici (Legge 90/2013, che ha recepito la Direttiva 31/2010), individuando organismi e soggetti a cui affidare i controlli, intervenendo con verifiche periodiche sulla conformità dei rapporti di ispezione e degli attestati di certificazione emessi. Eppure, nel 2016 ancora in molte Regioni non esistono né controlli né sanzioni sulle certificazioni energetiche.

In Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna e Umbria, non è stato stabilito chi deve controllare quel 2% minimo di certificazioni previsto dalla legge nazionale e, non essendo chiaro chi deve controllare, anche le sanzioni previste nei confronti di progettisti, direttori dei lavori e certificatori non sono applicate.

La Legge prevede, inoltre, che le Regioni possano emanare leggi più restrittive rispetto al numero dei controlli e all’entità delle sanzioni, ma fino ad oggi, segnala Legambiente, sono poche quelle che hanno approvato norme tali da garantire realmente i cittadini. Da citare in positivo la Provincia di Bolzano, che prevede controlli su tutti gli attestati di prestazione energetica, con verifiche sul progetto e in cantiere. Sono oltre 500 le termografie (foto a infrarossi) scattate da Legambiente in questi ultimi anni in 45 città italiane, relative a edifici pubblici e edifici residenziali privati.

Le immagini raccolte nel dossier mostrano i problemi di isolamento termico nelle sedi dei ministeri che dovrebbero spingere le politiche di efficienza, con evidenti dispersioni termiche da solai interpiano e pilastri; le stesse criticità si riscontrano nelle sedi della Regione Emilia Romagna e in quella del Molise. Idem per l’edificio sede dell'Enea.

Numerose criticità rilevate anche in strutture di edilizia residenziale costruite recentemente, pubbliche o private, di Roma, Firenze, Bologna e Milano, ma anche di Foligno, Pesaro, Pescara, Pisa. Per cambiare questa situazione, sostiene Legambiente, servono controlli indipendenti sulle certificazioni energetiche e sanzioni.

Le Regioni devono approvare leggi che fissino regole serie per i controlli e giuste sanzioni. Il Governo deve intervenire per sollecitare le Regioni inadempienti e per legare gli interventi energetici con quelli di sicurezza antisismica. Prestazioni energetiche e di sicurezza devono viaggiare assieme, stabilendo l’obbligo del libretto energetico e antisismico per tutti gli edifici esistenti.

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