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Cisl: in primo trimestre oltre 200mila lavoratori a rischio, 100 mln ore cig

14 aprile 2014 | 09.46
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Cisl: in primo trimestre oltre 200mila lavoratori a rischio, 100 mln ore cig

Roma, 14 apr. (Labitalia) - Sono 223.165 i lavoratori a rischio occupazione nel primo trimestre 2014. A suonare un nuovo allarme lavoro è l'Osservatorio Cisl che registra come la cassa integrazione guadagni a marzo abbia toccato la soglia dei 100 milioni di ore autorizzate mentre complessivamente i lavoratori coinvolti ammontano a 500 mila. Un dato, quello sui posti a rischio, "ampiamente confortato dal trend negativo del dato occupazionale". La dinamica della cassa integrazione, infatti, tra il periodo gennaio-marzo di quest'anno "è di nuovo crescente". Non solo. "Da oltre un anno si continua a osservare un graduale cambiamento nella composizione interna: in particolare cresce quella che si può considerare la componente strutturale, con un passaggio dalla cigo, che cala, alla cigs, che aumenta, indicativa di crisi lunghe e ristrutturazioni'', spiega il segretario confederale della Cisl, Luigi Sbarra, che ribadisce la necessità di un rapido rifinanziamento della cig in deroga per il 2014.

"La dinamica delle ore autorizzate di cig in deroga è ripresa, con la crescita delle autorizzazioni grazie alle ultime assegnazioni di risorse, ma si tratta di autorizzazioni riferite perlopiù a periodi del 2013, mentre si fa fatica a coprire l'inizio del 2014 senza una ulteriore ripartizione di risorse'', dice ancora. Il rifinanziamento della cassa in deroga, infatti, è per il sindacato ormai una vera e propria emergenza. "Chiediamo di assegnare immediatamente le risorse già disponibili per gli ammortizzatori in deroga, pari a un miliardo. Non si possono, infatti, restringere le indennità di sostegno al reddito nel bel mezzo di una crisi così profonda", ammonisce ancora Sbarra, che chiede al governo "di ricercare le coperture per coprire le richieste per l'intero anno".

La cassa in deroga, infatti, prosegue, "resta, ad oggi, l'unico strumento in grado di fornire risposte immediate a imprese e lavoratori in tutti i settori e i territori, di frenare l'emorragia dei posti di lavoro, di evitare ulteriori aumenti del tasso di disoccupazione (13% ) che colpisce in modo prevalente i giovani (42.3% )". E il suo rifinanziamento "si impone" assieme a un "corposo investimento sui contratti di solidarietà a cominciare da quelli per le piccole e medie imprese". A questo la Cisl associa la richiesta "di rendere obbligatorio per quanti godono dei trattamenti di sostegno al reddito la partecipazione a percorsi di formazione e la necessità di aprire da subito una discussione sulle politiche attive per il lavoro e i servizi per l'impiego".

Contemporaneamente, ricorda ancora la Cisl, i dati Istat sull'occupazione riferiti all'ultimo trimestre 2013 offrono "un quadro in continuo peggioramento". A fronte di un ritmo meno accentuato di perdita di occupati nell'industria, l'edilizia perde in un anno il 5,6 % di occupati, e il terziario mostra significative riduzioni, anche in aree dove l'occupazione fino a qualche tempo fa cresceva, come i servizi alla persona.

"E' particolarmente inquietante che continui da un anno la riduzione dei dipendenti a termine (-6,6% in un anno) e dei collaboratori (-13,3%). Senza una ripresa economica le assunzioni non sono trainate neppure dai contratti flessibili", annota all'indirizzo del governo che ha puntato su un nuovo contratto a termine per riattivare la circolazione dell'occupazione. La Cisl, infatti, "apprezza che il governo abbia messo al centro della sua azione il lavoro, ma contemporaneamente osserviamo che modificare le regole del lavoro non è di per sé sufficiente".

Il sindacato si attende "effetti positivi sui consumi dal prossimo alleggerimento dell'Irpef in busta paga, ma servono anche misure per bloccare il processo di deindustrializzazione e di contrazione degli investimenti con politiche di sostegno ai settori industriali emergenti ed alla ricerca ed innovazione risolvendo alcune criticità di contesto come il costo dell'energia, le dotazioni infrastrutturali, il costo del denaro alle famiglie ed alle imprese", osserva.

"I dati della cassa integrazione e della disoccupazione parlano chiaro. Siamo ancora ben lontani dall'uscita dalla crisi economica. Per contrastare questo livello abnome di disoccupazione, occorre un impegno maggiore del governo e uno sforzo collettivo e innovativo di tutti i soggetti: parti sociali, Regioni, banche, pubblica amministrazione. Ciascuno deve fare la propria parte per risollevare il paese", commenta il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

"Oltre che sostenere i consumi e diminuire le tasse - spiega Bonanni - bisogna favorire nei territori gli investimenti a partire dalle infrastrutture, dall'energia, le tasse locali troppo alte, e puntare sulle innovazioni di processo e di prodotto. Solo una buona economia produce nuovi posti di lavoro. Bisogna occuparsi di questi fattori di sviluppo, con un impegno straordinario". Ecco perché - aggiunge il segretario - "la Cisl sollecita al governo una risposta forte sulla crescita economica e lo sviluppo, certezze sul rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e sui contratti di solidarietà per frenare ulteriori perdite di posti di lavoro: quei pochi investimenti che si fanno in Italia finora solo quelli che nascono attraverso gli accordi tra aziende e sindacati nei territori".

Per Bonanni, "è anche inspiegabile ed inaccettabile il ritardo di emanazione del governo del decreto per dare attuazione agli interventi sulla detassazione del salario di produttività". Si tratta, ricorda, di "400 milioni di euro per il 2014 bloccati per responsabilità politiche che se attivati potrebbero da un lato aiutare recuperi di quote di produttività per sostenere la competitività del sistema produttivo, dall'altro migliorare le retribuzioni dei lavoratori interessati agli accordi con la contrattazione di secondo livello".

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