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Pa: Confindustria Assoconsult, sì a riforma ma puntare su innovazione

23 luglio 2014 | 14.26
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Capè: "La nostra Pa deve riguadagnare il ritardo in termini di competitività".

Carlo Capè
Carlo Capè

"Sì alla riforma della pubblica amministrazione così come prefigurata dal governo guidato da Matteo Renzi, ma è necessario puntare sull’Europa: investire su innovazione e utilizzare i fondi comunitari". A sostenerlo, in attesa dell’approdo in Parlamento della riforma della Pa, è Confindustria Assoconsult, l’associazione confindustriale che raggruppa 400 società di management consulting.

“Apprezziamo molto metodo e obiettivi -afferma Carlo Capè, presidente di Confindustria Assoconsult- del ministro per la Semplificazione e pubblica amministrazione, Marianna Madia. Basti pensare al ricambio generazionale, alla mobilità, al cambio di mentalità chiesto ai dipendenti. La riforma va però inquadrata in un recupero di innovazione che riguarda l’Europa intera".

"La nostra Pa deve riguadagnare -sostiene- il ritardo in termini di competitività, investire su prodotti e servizi ad alto valore aggiunto puntando su ict, Fondi europei e innovazione. Per il periodo 2014-2020 l’Unione europea col progetto 'Horizon 2020' mette a disposizione 79 miliardi di euro (prezzi correnti). Più in generale i Paesi dell'Ue dovranno investire, da qui al 2020, il 3% del Pil in R&S (1% di finanziamenti pubblici, 2% d’investimenti privati) con l'obiettivo di creare 3,7 milioni di posti di lavoro e realizzare un aumento annuo del Pil di circa 800 miliardi di euro".

"In questo scenario la consulenza -continua Capè- deve dare il proprio contributo. Il Paese e la Pa possono crescere solo attraverso la partnership con le società di management consulting che ne alimentino l'espansione".

"Tuttavia la consulenza è penalizzata -osserva- poiché è sotto-utilizzata rispetto agli altri Paesi europei (0,2% del Pil in Italia rispetto a un range che va da 1% a 1,5% dei Paesi dell’Europa del Centro-Nord), meno del 10% è destinata alla pubblica amministrazione (media europea 18%, Uk 26%, ossia un quarto della consulenza è per la Pa)".

"Inoltre, solo il 20% della spesa pubblica in consulenza -conclude il presidente di Confindustria Assoconsult- è assegnata a soggetti organizzati in forma di impresa, il restante 80% di spesa è distribuito in micro incarichi a persone fisiche. Ciascuno deve fare la sua parte: lo Stato indicare i criteri per normare l'attività delle società di management consulting, queste ultime introdurre competitività, metodi e strumenti innovativi".

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