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Medicina: da pancreas artificiale a insulina orale, le sfide al diabete

10 settembre 2014 | 11.25
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Medicina: da pancreas artificiale a insulina orale, le sfide al diabete

(Adnkronos Salute) - Il sogno nel cassetto dei diabetologi è di poter mettere tra pochi anni nel proprio armamentario medico l'insulina per via orale e il primo pancreas artificiale. "E' l'ambizione che coltivo come specialista, spero che nel prossimo decennio si possa arrivare a poter prescrivere l'insulina per via orale e vedere funzionare il primo pancreas artificiale. Il software per questo organo intelligente c'è, ora si deve sviluppare una macchina. Ma siamo molto vicini". A delineare per l'Adnkronos Salute le sfide nella lotta al diabete è Salvatore Caputo, presidente di Diabete Italia, che sarà dal 15 al 19 settembre a Vienna per il congresso dell'Associazione europea per lo studio del diabete (Easd), l'appuntamento annuale più importante per gli esperti di malattie metaboliche.

Le frontiere della ricerca sono l'obiettivo da raggiungere, ma già oggi gli esperti possono contare su diverse frecce nel proprio arco. "Nel corso degli ultimissimi anni - spiega Caputo - è arrivata una nuova classe di farmaci, le incretine, che mese dopo mese si arricchisce di nuove molecole. C'erano stati problemi con l'Aifa per i criteri di rimborsabilità, ma nelle ultime settimane l'Agenzia ha concesso di nuovo questa possibilità. Abbiamo sia quelle somministrabili per via orale sia quelle per via sottocutanea e sono una grande componente delle lotta al diabete".

"Poi - prosegue Caputo - tra pochi mesi arriveranno le nuove insuline che andranno ad arricchire le possibilità terapeutiche per i pazienti, alcune in grado di garantire una durata d'azione (24 ore) per l'insulinizzazione di base nel 100% dei pazienti. Quindi - chiosa l'esperto - una sola iniezione".

Anche per quanto riguarda il controllo della glicemia ci sono novità. "Sono stati fatti grandi passi in avanti, anche se per ora" relativi a prodotti "non rimborsabili dal Ssn, e altri si annunciano, nell'autocontrollo della glicemia. Stanno per arrivare dei sensori che permetteranno la lettura continua della glicemia per 14 giorni senza veder versare una goccia di sangue. In 35 anni di carriera - osserva Caputo - questa è sempre stata la richiesta più diffusa fattami dai pazienti, ovvero ridurre i momenti di controllo. Ora potrebbe diventare una realtà anche in Italia".

Fondamentale è anche il lavoro che andrebbe fatto dalle istituzioni e dagli addetti ai lavori sulla prevenzione, ma che invece non sempre è 'all'altezza'. "Sulla prevenzione delle malattie metaboliche è stato detto tutto, ma non è stato fatto niente - afferma l'esperto - In questo settore si commettono due errori di omissioni fondamentali: va fatta già in età pediatrica, perché a 50 anni si può fare ma è un intervento molto meno efficace; i bambini poi vanno educati su stili di vita più salutari e questo può aiutare a condizionare i comportamenti dei genitori. Poi servono investimenti perché - sottolinea lo specialista - la prevenzione è un lavoro a lungo termine e non si può farlo gratis".

"Mentre lo Stato spesso sbaglia anche alcune scelte - conclude Caputo - come il taglio delle ore di educazione motoria nelle scuole, oppure si voleva mettere l'uso di una palestra tra i criteri del redditometro. Uno Stato che vuole fare prevenzione non può commettere questi errori".

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