(Adnkronos Salute) - I segnali di questa tendenza si possono leggere anche nei numeri: fra i 15-24enni l'11,8% dichiara di aver fatto uso almeno una volta nel 2013 di altre sostanze psicoattive, rispetto a quelle tradizionalmente più diffuse. Non solo: lo sballo si ricerca anche con l'alcol. Tanto che gli esperti segnalano come preoccupante fra gli under 25 il "consumo associato di cannabis, tabacco e alcol in modalità binge drinking. Possiamo stimare - riferisce Gatti - che il fenomeno riguardi il 16% dei 15-24enni nell'ultimo anno, circa 13 mila persone che, se manterranno queste abitudini, andranno incontro in futuro a malattie connesse all'uso di queste sostanze, accorciando la propria aspettativa di vita, e provocando un relativo aumento delle spese per la salute pubblica".
L'indagine rileva una lieve crescita delle smart drugs e della metanfetamina. Sono numeri piccoli, quindi il trend andrà confermato negli anni a venire. Ma gli addetti ai lavori sono "ragionevolmente allarmati" perché si tratta di sostanze diverse e talvolta poco conosciute nei loro effetti, e perché al momento il fenomeno è confinato alla fascia d'età dei giovanissimi. Su tutto il campione l'1,3% (7-10 mila persone) ha dichiarato nel 2013 di aver fatto uso almeno una volta di ecstasy e anfetamine, contro lo 0,8% del 2010. Stabile l'uso di inalanti e popper che resta a quota 0,9%, e di ketamina fermo allo 0,2%. Mentre chi ha fatto uso almeno una volta di eroina o oppiacei passa dallo 0,3% allo 0,5% (2-4 mila persone). (segue)