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Ecco la riforma della p.a, ma è già polemica con i sindacati

16 giugno 2014 | 10.50
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Nuovi posti di lavoro e meno permessi sindacali, ecco le misure del ddl delega del governo.

Palazzo Chigi
Palazzo Chigi

Dalla creazione di nuovi posti di lavoro al dimezzamento dei permessi sindacali, sono diversi i punti al centro della riforma della pubblica amministrazione contenuti all’interno del ddl delega del governo. Punti che non hanno trovato la soddisfazione dei sindacati.

15mila posti di lavoro nella PA - Illustrando alcune delle misure principali contenute nel decreto sulla semplificazione e competitività della Pa Renzi ha spiegato che “interveniamo con norme sul ricambio generazionale” il cui “obiettivo è quello di creare 15mila posti di lavoro nella pubblica amministrazione con la modifica dell’istituto del trattenimento in servizio”.

Dimezzati permessi sindacali - Nelle misure approvate dal Cdm in materia di pubblica amministrazione c’è anche “il dimezzamento dei permessi sindacali”, ha affermato il presidente del Consiglio. L’identità digitale - Tra le altre misure annunciate dal premier, l’approvazione di “un decreto ministeriale Madia-Padoan sull’identità digitale per gli italiani, il Pin che consente di avere accesso a ogni tipo di intervento amministrativo dai certificati realizzati da provincia e comune”. Meno tasse per le Pmi - Ci saranno “2 miliardi di euro in meno di tasse per le pmi” che proverranno “dall’accorpamento delle Camere di Commercio e dal taglio delle bollette”, ha poi sottolineato il presidente del Consiglio.

Semplificazione edilizia - Snellimento della burocrazia anche per l’edilizia. “Tutti gli ottomila comuni italiani “da oggi avranno lo stesso modulo per la Scia e il permesso a costruire”, ha annunciato Renzi che ha incassato il sì della Conferenza Stato Regioni.

Giustizia e welfare - Il presidente del Consiglio ha confermato poi che “entro fine giugno ci sarà un Cdm su welfare a giustizia”. “Avremmo voluto dal governo una maggiore dose di coraggio nell’affrontare il tema del riordino della pubblica amministrazione”, così il leader della Cgil, Susanna Camusso, sulla riforma. La Cisl con il suom leader Raffaele Bonanni, esclude però lo sciopero, ma critica la riforma. “Il perchè di questa scelta - spiega - sta tutto in una domanda: si può affrontare una riforma della p.a senza mettere mano alla corruzione? Sono 5 anni che c’e’ il tormentone del fannullonismo per nascondere le brutture presenti, sopratutto nelle realtà locali”.

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